Qatar 2022, quasi tutti i giocatori delle nazionali nordafricane nati in Europa

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Vivono tra noi ma non sono come noi. Scelgono dove giocare a seconda dell’interesse personale: ma sono e sempre saranno africani.

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Con dieci giocatori su 26 nati in Francia, la partita tra i transalpini e la Tunisia in Qatar in occasione del Mondiale avrà un profumo di derby.

Il portiere, classe ’95, Mouez Hassen, è nato a Frejus e ha giocato tra le altre squadre a Nizza e a Chateauroux; il difensore centrale, classe ’98, Montassar Talbi è nato a Parigi e gioca a Lorient; Nader Ghandri, classe ’95 è nato a Aubervilliers e ha giocato nel passato a Arles-Avignon; Dylan Bronn, classe ’95, è nato a Cannes e gioca attualmente alla Salernitana dopo aver giocato al Metz.

Wajdi Kechrida, classe ’95, è nato a Nizza. Hannibal Mejbri, Classe 2003, che attualmente gioca al Birmingham City, è nato Ivry-sur-Seine mentre Aissa Laidouni, classe ’96, è nato a Livry-Gargan. Ellyes Skhiri, classe ’95, è nato a Lunel e gioca attualmente al Fc Colonia. Wahbi Khazri, classe ’91, è nato ad Ajaccio e ha militato nel Bastia, nel Bordeaux e ora gioca nel Montpellier. Naim Sliti, classe ’92, è nato a Marsiglia e ha giocato nel passato nel Red Star e nel Lilla.

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Nella Tunisia giocano altri due giocatori che hanno anche la nazionalità tedesca, Mohamed Drager, e danese, Anis Ben Slimane.

Il Marocco, ad esempio, sta sviluppando una strategia simile e ha una quindicina di giocatori con la doppia nazionalità in Qatar 2022 (tra cui Walid Cheddira che è nato in Italia a Loreto e che è l’attuale attaccante del Bari).

In Tunisia è stato addirittura creato un comitato incaricato di convincere i più promettenti giocatori con la doppia nazionalità, a optare per la maglia tunisina.

Tunisia ma non solo. Anche nel Senegal di Qatar 2022 ci sono 9 giocatori nati in Francia, nel Camerun ce ne sono 8 e nel Ghana ce ne sono 4.




Un pensiero su “Qatar 2022, quasi tutti i giocatori delle nazionali nordafricane nati in Europa”

  1. Beh, non so “l’italiano” Cheddira, ma tutti gli altri a livello burocratico sono cittadini del paese in cui sono nati. Ma ovviamente questo non cambia nulla, un tunisino o un marocchino non è tale solo perché nasce in Tunisia o Marocco, ma perché l’etnia a cui appartiene e quella. Per cui il nascere in Francia o in Italia non lo rende francese o italiano.

    La strategia di queste federazioni è per certi versi simile a quella che da decenni attua la Turchia, la cui federcalcio recluta tutti i giocatori turchi nati in Germania, dove notoriamente vi è una cospicua (e vergognosa) collettività di oltre 3 milioni di unità. Se vogliamo è vincente, per una ragione semplice: sono paesi sottosviluppati e non hanno né i mezzi né le competenze per fare un’adeguata formazione di talenti come sappiamo fare noi in Europa. Quindi, noi europei contemporanei, affetti da autolesionismo, non solo ci lasciamo invadere così vergognosamente, e manteniamo i figli che gli altri fanno, ma nell’ambito sportivo alleviamo le serpi in seno, valorizzando i talenti degli altri.

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