Segue immigrato in hotel e poi si lamenta perché l’ha stuprata

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I deficienti dicono che chi dice ad una donna che se l’è cercata è ‘victim blaming’, solito anglicismo spazzatura. Lo stupratore deve morire in ogni caso, ma se ti lanci senza paracadute, ti va detto che sei scema. Anche se rimani una vittima.

Stupro dopo una festa consumatosi nell’agosto dello scorso anno ha portato il pm Davide Ercolani a chiedere il rinvio a giudizio per un sudamericano 33enne, residente a Milano.

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L’immigrato è accusato di violenza sessuale ai danni di una 23enne riminese conosciuta nel locale dove lavorava lei durante una vacanza di lui in riviera.

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Al termine del turno di lavoro la ragazza aveva raggiunto il gruppo del 33enne in un albergo e la festa era andata avanti tra alcol e narghilè.

Dopo un bacio c’erano state altre avances fino a quando la 23enne aveva cercato di fermare il 33enne. Poi il buio: la ragazza si era svegliata nuda nel letto della stanza d’albergo del 33enne senza ricordare cosa fosse accaduto se non che si era sentita male. Aveva chiesto al 33enne cosa fosse successo e, qualche giorno più tardi, temendo di essere stata abusata era andata in pronto soccorso dove avevano riscontrato segni di violenza. Erano, quindi, intervenute le forze dell’ordine e, al termine delle indagini, per il 33enne è stato chiesto in rinvio a giudizio per stupro per aver approfittato della minorata difesa della ragazza dovuta all’assunzione di alcol e per aver fumato.