“Italia apra i porti alle ong o niente ricollocamenti”. Il ricatto della Francia

Vox
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Visto che ne avete presi ‘tanti’ così:

E che avete promesso, bene che vada, di prendervene 3mila, mentre le ong se sbarcano 20mila l’anno: sticazzi.

E’ evidente che c’era un accordo tra i governi precedenti e la Ue perché l’Italia si prendesse tutti i clandestini.

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A Bruxelles, dove si sono riuniti i ministri dell’Interno dell’Ue per discutere di immigrazione, il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin: “Se l’Italia non prende le navi e non accetta la legge del mare e del porto più sicuro non c’è motivo che i Paesi che fanno i ricollocamenti siano Francia e Germania – ha detto – che sono quelli che accolgono le navi e sono gli stessi che accolgono direttamente i migranti dall’Africa e dall’Asia”.

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“Bisogna ricordare a tutti qual è il diritto del mare – ha proseguito il titolare dell’Interno francese – evidenziare che le Ong che operano nel Mediterraneo si trovano lì evidentemente per salvare le persone e in nessun caso possono essere equiparate ad organizzazioni di passaggio e, infine, bisogna ricordare che i Paesi del Sud del Mediterraneo devono aprire i loro porti perchè a volte ci sono imbarcazioni delle ong che attraversano le loro acque territoriali e alle quali non vengono aperti i porti”.

La Ue aveva già avvisato:

UE contro l’Italia: “Centomila sbarchi non è invasione”

Inutile parlare con chi non ha intenzione di ascoltare. L’Italia chiuda i porti e dichiari le ong straniere illegali. E, a questo punto, spalanchi la frontiera di Ventimiglia non collaborando più con i cacacazzi maghrebini che si fingono francesi.




9 pensieri su ““Italia apra i porti alle ong o niente ricollocamenti”. Il ricatto della Francia”

  1. al solito caronte lo prende nel didietro e dice che sta scopando
    finiscila di rompere i coglioni! informati tu e i ritardati di sinistra

    chiedo a vox di bannare idioti me compreso se uno da notizie false!

    secondo me a te ti incula il maschiaccio lesbisca di merda della schlein

    di sicuro è che attualmente è in vigore il Dublino III, firmato dal governo di Enrico Letta (ministro degli interni Angelino Alfano, ministro degli esteri Emma Bonino), che ribadisce il principio di responsabilità permanente del paese di primo approdo dei migranti, definendolo «una pietra miliare». Di suo, vi aggiunge il criterio della tutela dei minori e del ricongiungimento familiare per stabilire la competenza dei paesi a concedere il diritto d’asilo (competenza ad accogliere persone con le carte in regola, già identificate e vagliate dai paesi di primo approdo).

    oggi l ‘unica cosa sensata da fare e dire, a froci alla marcon si è vero! il trattato l ha firmato letta e il mongoliode di alfano, portate tutti negher! di merda a casa loro, NON a casa nostra! subito dopo andare a fare in culo di corsa

    Un regolamento non sono le tavole della legge di Dio, quando uno si rompe di coglioni dice , mo basta ci siamo rotti i coglioni che si applica l’articolo quinTO chi ha in mano il negro ha Vinto, nel senso che se lo tiene! capito ricchioni?

    1. È stato Silvio Berlusconi – in carica dal 2001 al 2005 – a far ratificare al nostro Parlamento (anche la Lega Nord votò a favore) l’applicazione del trattato di Dublino.

      Le modificazioni introdotte nel 2013 non hanno cambiato l’impianto generale del trattato.

      Di quel governo, guidato da Silvio Berlusconi, il ministro della Giustizia era Roberto Castelli della Lega Nord, quello dell’Interno era Beppe Pisanu e quello degli esteri Franco Frattini, entrambi di Forza Italia.

      Anche costosissimo e inutile il sistema dei centri di identificazione ed espulsione (CIE) fu messo in piedi da un governo di centrodestra.

      A volerli fu l’ex ministro degli Interni dell’ultimo governo Berlusconi: quel Roberto Maroni (bonanima) che è il Presidente uscente di Regione Lombardia.

      A complicare la situazione italiana c’è anche la legge Bossi-Fini (varata anch’essa durante un governo Berlusconi) che rende impossibile entrare in Italia legalmente per cui l’unico modo per farlo è clandestinamente.
      Oppure facendo richiesta d’asilo.

      Ed è questo uno dei motivi per cui i centri di identificazione sono al collasso: cercare di ottenere lo status di rifugiato è l’unico modo per poter entrare in Italia e quindi in Europa.

I commenti sono chiusi.