E’ morto l’ex ministro Roberto Maroni: l’ultimo a fare i respingimenti collettivi

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Non parliamo mai dei morti, perché ridurre la vita di un uomo a qualche parola non è possibile, ma la fine della vita terrena di Maroni ci ricorda che fu l’ultimo ministro che poteva fare i respingimenti collettivi dei clandestini, poi vietati dalla Ue.

A quel tempo gli aerei militari carichi di clandestini ammanettati partivano direttamente da Lampedusa verso la Libia. Lo stesso valeva per i tunisini, che venivano tenuti a Lampedusa fino al rimpatrio collettivo: questo permetteva di ridurre il numero di chi partiva.

Poi arrivarono le famigerate sentenze della Corte Ue a vietare questi respingimenti collettivi. Oggi i clandestini hanno la certezza di sbarcare. Espellerli sarà poi impossibile, perché prima di identificarli e accordarti col paese di provenienza, passeranno mesi e poi dovrai rimpatriarli uno alla volta.

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Ecco perché dobbiamo tornare a tutti i costi ai rimpatri collettivi.

Maroni passerà alla storia non solo per i bellissimi rimpatri collettivi, ma anche per la famigerata sanatoria, la più grande della storia italiana. E’ vero che venne subita dalla Lega, allora un piccolo partito, ma lui ne fu poi il regista.

E’ morto Roberto Maroni, ex segretario
della Lega, governatore della Lombardia
e ministro dell’Interno e del Welfare.
Aveva 67 anni. Lo annuncia la famiglia:
“Ciao Bobo,inguaribile ottimista”. Lot-
tava da tempo contro una grave malattia

Nato a Varese il 15 marzo 1955, comin-
cia il suo impegno politico negli anni
Settanta nell’estrema sinistra.Nel 1979
conosce Umberto Bossi e tra i due ini-
zia una collaborazione politica che lo
porterà nella Lega.Maroni è stato mini-
stro dell’Interno in due governi Berlu-
sconi,ministro del Lavoro in altri due.




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