Ong, volontario confessa: “Ci ha addestrato la Guardia Costiera italiana su ordine del PD”

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Il Pd ha creato le Ong.

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Cristian Ricci è un consulente e formatore nel campo della maritime security che tra il 2016 e il 2017 si è trovato a soccorrere i migranti in prima persona, a bordo della nave Vos Hestia della ONG Save the Children impegnata nel soccorso dei migranti. Operazioni di salvataggio condotte – con il consenso e le istruzioni del governo italiano – direttamente ai confini delle acque libiche che finiscono per diventare, all’atto pratico, un interscambio di mezzi di trasporto e un incentivo per gli scafisti. C’è il dovere di soccorrere chiunque stia affogando, ma «il primo dovere morale – afferma Ricci – è quello di non farli partire».

Perché un operatore della sicurezza si è trovato a “lavorare” per una ONG?
«Mi occupo di security nei trasporti marittimi ed ero stato contrattualizzato da un armatore italiano che aveva noleggiato la nave a una ONG, in quel caso Save the Children. In quel caso la sicurezza – e quindi il mio compito – richiedeva di mantenere l’ordine a bordo e recuperare i migranti. Insieme a un team scendevo in acqua con dei gommoni per accostarmi alle imbarcazioni con i migranti per portarli sulla nostra nave. La ONG poi gestiva la permanenza a bordo con mediatori culturali, traduttori, infermieri, medici, eccetera».

Come interagivano con il governo italiano?
Prima di partire, nell’estate 2016, la Marina militare ha istruito il comandante della nostra nave sulle manovre di soccorso in mare. Anche io sono stato a bordo di una nave della Guardia costiera per imparare le loro procedure. È evidente che c’era un accordo con il governo di allora (Renzi). Le ONG in quei frangenti hanno operato perché il governo lo ha permesso, anzi hanno lavoratoper il governo. Le norme internazionali di cui tutti parlano prevedono che siano gli Stati ad organizzare le attività di ricerca e soccorso in mare, non i privati. In questo caso invece ci si è serviti di privati, quindi le ONG… Sembrava un po’ strano, ma dal mio punto di vista era un elemento di garanzia: “Si fa tutto nella legalità, istruiti da governo che sa cosa facciamo e addirittura ci istruisce”. Inoltre, a ogni partenza da un porto italiano dichiaravamo dove eravamo diretti, per cui il governo sapeva che andavamo di fronte alle coste libiche a fare questa operazione.

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Quante altre navi c’erano?
Più o meno una decina. Che non erano poche.

Tutte di fronte alle coste libiche?
Sì, ci appostavamo tutti in due punti prestabiliti, sapendo che sarebbero arrivati lì, a circa 12-13 miglia ai limiti delle acque territoriali.

Quindi andavate a prenderli a domicilio?
In pratica sì, e fin qui tutto regolare. Ma la stranezza è che eravamo spesso come una stazione di interscambio dove scendi da un autobus (il trafficante) e ne prendi un altro (la nave ONG). E il trafficante si lasciava andare col suo barcone, senza che venisse sequestrato o presi altri provvedimenti per ostacolarne l’attività.

Barconi che forse sono inadatti alle merci, figuriamoci alle persone…
Sì, erano imbarcazioni di legno o gommoni, ma di scarsa fattura, senza neanche il fondo rigido, praticamente plastica gonfiata. I migranti volevano essere presi altrimenti sarebbero morti. È il contrario di quello che avevo visto dal 2001 a Mazara del Vallo, dove operando come Ufficiale della Guardia Costiera, vedevo i tunisini arrivavano da sé a terra, ma restavano in Italia come “uccel di bosco”, sapendo che la polizia li avrebbe identificati come clandestini. Adesso, invece, con questi mezzi non ce la farebbero ad arrivare sulla terraferma e vogliono essere presi, non scappano più. Molti di loro mi dicevano: «Sono stato costretto a venire dai libici, che mi hanno sfruttato e poi messo sul gommone». E senza neanche sapere dove erano diretti, tanto che i mediatori culturali dovevano mostrare loro sulla carta geografica: «Siamo qui e andiamo là».

Prima della Libia avevano fatto un altro viaggio sul suolo africano?
Sì, venivano dalla Nigeria, dalla Somalia, dalla Costa d’Avorio e li distinguevi dagli altri perché non avevano nulla al di fuori degli stracci che indossavano. La Libia è diventata una terra di nessuno dove la criminalità traffica persone restando impunita.




2 pensieri su “Ong, volontario confessa: “Ci ha addestrato la Guardia Costiera italiana su ordine del PD””

  1. Un pensierino sulla nostra gloriosa guardia costiera e sui loro cari?Madri, padri, figli, nipoti, nonni, bisnonni, zii, cugini di ordine e grado, amici, vicini di casa…Cosi, dal cuore x Natale, preghiamo x loro!

  2. Di tutto questo ringraziate lo sgorbio francese che tempo addietro faceva il presedente dei Francesi.LUI ha creato tutto questo ammazzando Gheddafi.

I commenti sono chiusi.