La bagnina spagnola che traghetta i clandestini in Italia: da Open Arms a Geo Barents

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Le Ong sono un’unica grande organizzazione che traffica clandestini verso l’Italia. La divisione in differenti entità e navigli con diverse associazioni e bandiere serve solo a proteggere il traffico.

Le ong nascono su input degli armatori – che perdevano denaro costretti a raccattare i clandestini mandati alla deriva sui barconi – durante la famigerata operazione Mare Nostrum voluta dal peggiore premier della storia italiana, Enrico Letta.

Da allora, la mafia delle ong è cresciuta a dismisura e oggi vanta una decina di entità che rispondono però alla stessa cupola dell’invasione: non è un caso che queste ong si scambino continuamente capitani, equipaggio e capi missione. Alla fine, i dipendenti sono sempre gli stessi che girano.

Come lui:

Studenti a lezione da scafista umanitario che ha traghettato in Italia 5mila clandestini

Che da Open Arms è passato alla nave Ocean Viking, quella che stasera arriverà a Tolone.

E come la bagnina – bagnino anche il suo datore di lavoro, il milionario Oscar Camps – Ana Isabel Montes Mier, nota per essere uno dei trafficanti umanitari di riferimento del mondo gravitante attorno le Ong. Nata a Oviedo nel 1987, dal 2015 è impegnata nelle operazioni di salvataggio in mare operate dall’Ong Open Arms. Ossia una delle organizzazioni di attivisti più impegnate nel portare in Italia migliaia di migranti nel giro di pochi anni.

Sulla nave spagnola è protagonista della stagione di scontro, andata avanti soprattutto nell’estate del 2019, tra Salvini e le navi delle Ong. Oggi risulta capomissione a bordo della nave Geo Barents, dell’Ong Medici Senza Frontiere.

Prima ha lavorato, anche lei, per l’ong fondata da Oscar Camps, denominata Open Arms. Mier vi aderisce nel 2015. Open Arms, con a bordo sempre Mier, intraprende molte operazioni davanti le coste libiche a partire dal 2018.

Una di queste operazioni è quella del 15 marzo del 2018. La nave Open Arms dell’omonima Ong preleva un’imbarcazione con diversi clandestini a bordo partiti dalla Libia. Quel giorno Mier risulta essere già capo missione di Open Arms. Dopo aver imbarcato i migranti, la nave sbarca a Pozzallo. A seguito dell’approdo la procura di Catania e quella di Ragusa aprono un’inchiesta.

Sotto osservazione è un video in cui un membro di Open Arms, rivolgendosi ai migranti raggiunti con un gommone staccato dalla nave madre, dichiara “We Go Italy” pur essendo ancora lontano dalle acque italiane. I magistrati indagano quindi su un possibile favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a causa dell’atteggiamento dell’Ong. Vengono iscritti nel registro degli indagati il comandante Mark Reig Creus e, per l’appunto, la capo missione Ana Isabel Montes Mier:

“Adesso vi portiamo in Italia”: video incastra Open Arms, chiesto il processo

Un altra riccastra uscita da un centro sociale.

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“Se salvare vite in pericolo è un crimine, io sono una trafficante”. A dirlo è Ani Montes Mier, 31enne a capo della missione di Open Arms, la nave che lo scorso primo agosto ha soccorso 121 migranti in mare.

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Dopo Pia Klemp e Carola Rackete, il nuovo volto delle Ong è una ragazza spagnola, un ex bagnina in Asturia, che ormai da 4 anni viaggi a bordo delle navi di Open Arms: “La mia vita è cambiata per sempre- ha raccontato la 31enne – Significa che non posso, né voglio tornare alla mia vecchia vita. Da quando ho conosciuto la vita reale, ho realizzato tutti i privilegi che ho avuto”. E per lei, salire su quelle navi “è la cosa migliore che mi sia capitata. Aiutare le persone in stato di necessità è quello che ogni essere umano deve fare. Preferisco invecchiare con la chiara coscienza di aver fatto la cosa giusta. Non importa cosa può accadermi se loro sono in salvo”.

Ed è convinta che sarà lei a portarli “in un porto sicuro” e chiede aiuto, ricìvolgendosi ai porti più vicini, come Lampedusa e Malta. Ma Ani intende andare oltre: “Non chiedo solo un porto sicuro dal punto di vista giuridico,ma anche dal punto di vista umano. La solidarietà non muore mai. Io non la lascerò morire”.

Intanto, però, in Italia, lei e il comandante Marc Reig sono già indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza privata. Ma sembra che la notizia non interessi il capo missione: “È troppo facile provare che noi non siamo in contatto con nessun trafficante. È la ragione per cui stiamo ancora lavorando, perché non esiste alcuna prova. Una bugia più volte detta non diventa verità solo perché viene detta”.

La Open Arms ha disubbidito all’ordine della Spagna, che intimava loro di non partire. E ora sembra pronta a non rispettare nemmeno le decisioni dei governi europei, che non intendono fornire un porto per far attraccare la nave. Ma Ani è convinta di non violare alcuna legge: “Noi stiamo rispettando le convenzioni internazionali che gli Stati hanno firmato. Noi siamo qui per dimostrare che loro le stanno violando, non noi”.

Siamo in presenza di fanatici che si sentono in colpa per la propria ricchezza. Non è una questione politica, ma psichiatrica.

C’è una piccola componente della società europea che ha il desiderio inconscio di distruggere l’Europa per farsi ‘perdonare’ i propri privilegi. Sono elementi pericolosi che vanno messi in condizione di non nuocere.

Le tre marie delle ong, in altri tempi, sarebbero finite in un bel manicomio. Dobbiamo togliere a questa banda di privilegiati il giocattolo: vadano a pulire il culo agli anziani, invece di farsi le crociere davanti casa nostra in cerca di giovani maschi africani da raccattare.

Open Arms, durante la sua attività, ha scaricato con i suoi circa 30mila clandestini in Italia.

Al costo di 35 euro per ognuno al giorno, escludendo costi extra, sociali e i crimini che hanno commesso, tenendo conto di una permanenza media di 2 anni, Open Arms deve ai contribuenti italiani l’esorbitante cifra di oltre 750 milioni di euro.

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2 pensieri su “La bagnina spagnola che traghetta i clandestini in Italia: da Open Arms a Geo Barents”

  1. Ste ragazze imbevute di propaganda calergiana sono piene di tatuaggi senza senso e con pettinature postatomiche, parlano come se avessero visto la Madonna e si sentono come Giovanna D’arco.E’ evidente che sono afflitte da manie di protagonismo causate da fortissimi complessi d’inferiorita’ e prendono come una missione divina il mettere a rischio il loro culo in mezzo ai negri agendo x invadere le proprie terre e quelle altrui coi demoni-scimmia.
    Andrebbero internate e tenute in sedazione profonda sottoponendole ad una terapia che lentamente faccia veder loro la realta’.

    1. Si, come quelle due imbecille scandinave che sono andate in marocco anni fa piene di ingenuità, e hanno lasciato le loro belle testoline mozze là…

I commenti sono chiusi.