Italiana massacrata per strada da africano fino a farla svenire

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Inseguita, insultata e picchiata da un immigrato, il solito nordafricano. Vittima dell’aggressione una barista di Marghera.

«Martedì sera avevamo avevo appena chiuso il bar alle 21.30 – racconta la donna – non era neppure troppo tardi. Ho preso la mia bici per tornare a casa». In via Cappuccina, però, appena superato il secondo semaforo verso la stazione, si è trovata un personaggio poco gradevole attaccato alle costole. «Mi è venuto vicino un uomo, poteva essere nordafricano, tunisino – racconta – era in bicicletta anche lui, con una cassa che sparava della musica ad alto volume e una bottiglia di birra in mano. Era visibilmente ubriaco e ha iniziato a prendersela con me, non capivo cosa volesse ma ho fatto finta di nulla, volevo solo tirar dritto e andare a casa».

Ad un certo punto, però, l’africano è caduto dalla sua bicicletta. «Ma l’ha fatto da solo, io non c’entravo nulla – aggiunge la donna – per tutta risposta, mi ha buttato giù dalla bicicletta con un calcio e mi ha riempita di calci e pugni».

Per proteggerla sono intervenuti alcuni passanti, mentre lei, con un occhio tumefatto e le ferite in volto, è andata dentro un negozio per chiamare la polizia.

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«Anche uno dei signori che ha preso le mie difese è stato colpito da due pugni, poi l’uomo è scappato. Io stavo per perdere i sensi dal dolore, mi hanno raccontato dopo quello che è successo. Mi hanno detto che alla fine erano in tre a difendermi, hanno fatto muro per impedirgli di picchiarmi e di rubarmi la bici».

Sul posto sono arrivate l’ambulanza e una volante della polizia. «Mi hanno dato del ghiaccio e hanno fatto un giro dell’isolato per vedere se riuscivano a prenderlo. Mi hanno chiesto di descriverlo ma sinceramente non ero in grado di dire esattamente come fosse, è successo tutto in fretta, non ho avuto il tempo di vederlo bene anche perché con il primo pugno mi aveva fatto saltare gli occhiali. Avevo paura di tornare a casa, di fare il sottopasso di via Dante. E allora i poliziotti mi hanno riaccompagnata a casa». Valentina abita a Marghera, così come il suo titolare, Ettore Grandesso. «Ha una forza incredibile, le avevo detto di stare a casa ma non ne ha voluto sapere – commenta – ma il problema rimane: noi, poi, che quel sottopasso dobbiamo farlo quattro volte al giorno per andare a lavorare, abbiamo sempre paura. So che il sindaco sta lavorando per avere più poteri, ce l’ha detto varie volte. Speriamo che questo episodio possa essere uno sprone in più ad andare avanti, questa gentaglia deve sparire».

E in quel sottopasso di via Dante, peraltro, martedì sera c’è stato anche il quinto accoltellamento in cinque giorni in città: in 17enne è stato ferito (lievemente) a una gamba dopo una colluttazione, l’aggressore è fuggito e non è stato ancora identificato.

Pestata a sangue da ubriaco africano




Un pensiero su “Italiana massacrata per strada da africano fino a farla svenire”

  1. 1 usare sempre l’auto.
    2 mussulnegri che si avvicinano bisogna mandarli a baciare la proprua coppa dell’olio.
    3 nessuno sporco mussulmano e o mussulnegro deve restare sul territorio, ne vivo ne morto.
    Crociate e morte all’africa.
    Continente di vigliacchi e parassiti.

I commenti sono chiusi.