Bengalesi a caccia di poliziotte italiane da stuprare e picchiare

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Entrambi i protagonisti di questi due crimini sono bengalesi:

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Questi sono i ‘migranti’ che voi poliziotti aiutate a sbarcare. Dall’inizio dell’anno oltre 12mila bengalesi come questo. Tutti clandestini che vengono a delinquere: spacciano, stuprano e scroccano. Stavolta è toccato ad una vostra collega. Non vi sentite in colpa a permettere questo scempio?

Dal 2013 ad oggi sono sbarcati in Italia quasi 60mila bengalesi. Traghettati sulle nostre coste da barconi, navi ong o navi militari straniere e italiane. E sono solo una piccola percentuale della grande massa che infesta le nostre città.

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Dietro questo flusso ininterrotto di immigrati, che non si limita ai barconi ma che avviene anche attraverso ingressi più o meno regolari, ci sarebbe – secondo una ricerca condotta dalla reportar Francesca Totolo – un’organizzazione finanziata anche dai contribuenti italiani: la Brac (Bangladesh Rural Advancement Commitee), la più grande Ong (meglio definirla una banca d’affari) al mondo, che ha un fatturato di 943 milioni di dollari.

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L’organizzazione è finanziata da varie entità finanziarie private legate a Soros e altri miliardari oltre che dalla Ue, quindi per il 10 per cento circa dai contribuenti italiani.

Questa Ong, attraverso il proprio braccio finanziario, la Brac Bank, concede micro crediti, definiti ‘migration loan’, “per facilitare l’emigrazione all’estero dei lavoratori del Bangladesh”.

Dal 2006, quasi un milione di “potenziali migranti” ha avuto accesso a questi programmi. Quasi 360 milioni di dollari sono stati erogati dalla Brac ai bengalesi che volevano emigrare all’estero.

I migration loan non sono prestiti a fondo perduto, ma un vero sistema di finanziamento che concerne anche la restituzione di quanto ricevuto per emigrare. Quindi i bengalesi dovranno restituire i soldi ricevuti alla Brac. I proventi derivanti dai micro crediti rappresentano la prima voce presente nelle entrate dell’organizzazione (59 per cento), ben 555 milioni di dollari nel 2018.

La Brac ha quindi tutto l’interesse, anche finanziario, a che più bengalesi possibile migrino all’etero.

Non c’è alcun controllo, quindi questi prestiti verrebbero utilizzati dai bengalesi anche per immigrati come clandestini in Italia. In Libia i cittadini del Bangladesh arrivano illegalmente attraversando il confine orientale, successivamente all’atterraggio in un aeroporto dell’Egitto, che ieri ha registrato il primo caso ufficiale di Coronavirus, proprio mentre una Ong carica di bengalesi scaricava a Messina.

Una parte dei migration loan presumibilmente finiscono nelle tasche dell’organizzazione criminale della tratta di esseri umani:

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Un pensiero su “Bengalesi a caccia di poliziotte italiane da stuprare e picchiare”

  1. Va benissimo abrogare i ricongiungimemti familiari;
    Bene il blocco navale.
    Auspicabile:
    la confisca di navi le cui bandiere sono usate abusivamente;
    fare qualche chiamata fasulla ad Alarm Phone, cosi’ da attirare quelle navi e abbordarle quando sono vuote; per gli scafisti africani, giunti a bordo di barchette e barconi, sara’ sufficiente qualche spazzolata di mitragliatrice.
    Soprattutto, usare le stesse procedure di indagine che si usano con i trafficanti internazionali di stupefacenti: beccare chiunque finanzi, sostenga, favorisca, tragga in qualsiasi modo dei vantaggi dal traffico di clandestini. Redigere liste di proscrizione di persone ed enti (tipo ‘Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione) e perseguirli.
    Soggetti come Casarini o don Zerai, quella sottospecie di abissino in abito talare, la Rakete, Oscar Camps, e altri, vanno interrogati in una localita’ protetta e sconosciuta: hanno da raccontare molte cose utilissime alle indagini.

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