Studentessa stuprata a Torino, c’è la foto dell’AFRICANO: ripreso da telecamere

Vox
Condividi!

L’altro personaggio nella foto in alto, paladino degli africani, invece di rompere le palle agli italiani, dovrebbe chiedere ai propri comapaesani un comportamento semicivile.

VERIFICA LA NOTIZIA
Su questo caso:

Violentata nella sua stanza a residenza universitaria da africano: la tramortisce e la stupra

Vox

Ha lasciato molte tracce – e anche un’immagine di se stesso, ripresa da una telecamera – il giovane che nella notte si è intrufolato nella residenza universitaria Borsellino e che ha violentato una studentessa di 23 anni nella sua camera. Poi è fuggito. Ed è iniziata subito la caccia all’uomo. Lo stupratore sembra originario della zona centrale dell’Africa e potrebbe avere vent’anni. «Non lo conoscevo», ha detto in lacrime la ragazza che, verso la mezzanotte tra sabato e domenica, sentendo bussare alla porta della propria stanza, al nono piano, ha aperto, pensando probabilmente che si trattasse di un’altra persona. L’aggressore l’ha spinta dentro, l’ha stuprata, l’ha colpita.

Oltre ai segni dello stupro, la studentessa ha subito contusioni, anche al cranio, per fortuna non gravi. È ricoverata in ospedale nel massimo riserbo. Gli agenti della squadra mobile, che indagano sul caso, hanno varcato la soglia del campus – che si trova a 200 metri dal tribunale – pochi minuti dopo il fatto. Mentre la ragazza – sotto shock – confermava di non conoscere l’aggressore – gli agenti hanno raccolto i filmati delle telecamere del campus e della zona. Ci sarebbe un’immagine, in particolare, che ritrarrebbe lo stupratore in zona campus, verso le 23.30.

Il giovane probabilmente non è entrato dall’ingresso principale – su via Borsellino – dove avrebbe dato troppo nell’occhio, visto che c’è la reception. Avrebbe scavalcato il cancello di via Vochieri 6, operazione facile: basta saltare oltre un grande contenitore dell’immondizia alto un metro e mezzo per accedere. Oltre quel cancello – non sorvegliato – c’è il cortile del campus, che porta al dedalo di palazzine e di camere. Quattro edifici, nove piani, decine di stanze, passaggi comunicanti. Lo stupratore è salito al nono piano senza destare sospetti, anche perché gli ospiti, qui, hanno libero accesso fino all’una di notte. «Di fatto nessuno controlla, nemmeno dopo», conferma più di un ragazzo. Quella notte, all’ultimo piano, ci sarebbe stata poca gente. «Solo un’altra persona», dice un’ospite. Lo stupratore ha agito quasi indisturbato. Lontano dalla reception, lontano dal cortile dove c’era un via vai di studenti, come tutti i sabati sera.

«Ho sentito delle urla, forti, verso mezzanotte», racconta una residente, ancora sotto shock e prosegue: «La ragazza è riuscita a chiedere aiuto perché nel bagno della camera c’è una catenella, se la suoni arriva il custode». Mentre il fuggitivo scappava, probabilmente usando le scale e passando dal sotterraneo dove c’è il garage, che sbuca sempre su via Vochieri, il custode soccorreva la studentessa. «All’una l’ambulanza era ancora lì e la polizia è rimasta fino alle tre di notte passate», ricorda, scossa un’ospite del campus.

Lo stupratore è scappato con una felpa chiara e il cappuccio in testa. Forse, da via Vochieri, è corso verso corso Ferrucci. Gli stanno dando la caccia tutte le forze dell’ordine della città. La squadra mobile ieri è tornata alla residenza anche verso il tardo pomeriggio, per un altro sopralluogo. Tutte le testimonianze sono importanti. Anche un dettaglio potrebbe fare la differenza. «È stato un esterno – racconta una studentessa – ha bussato a delle stanze a caso finché qualcuno gli ha aperto». Ieri gli agenti hanno controllato e sentito tutti gli ospiti della residenza che corrispondono all’identikit del fuggitivo. Le ricerche sono andate avanti per tutta la notte.