Militare svergogna colleghi: “Traghettiano i clandestini per fare carriera”

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Un ufficiale italiano che ha lavorato in missione con Frontex rivela i collegamenti tra ong e scafisti e il fatto che i suoi superiori lo invitassero a chiudere entrambi gli occhi per fare carriera.

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“Sono stato ufficiale di collegamento per la Guardia di Finanza nell’ambito della missione Frontex Triton, nel 2016. In pratica, il mio compito era di imbarcare sulle navi militari e di polizia straniere e fare da tramite tra l’equipaggio e la centrale operativa di Pratica di Mare, accertarsi che l’equipaggio stesso rispettasse le leggi italiane sulla navigazione, svolgere dei preliminari atti investigativi nei confronti dei migranti eventualmente “tratti in salvo” per individuare se tra loro vi fossero facilitatori/scafisti e comprendere gli avvenimenti antecedenti al loro “salvataggio” stesso. Ero stato io a scoprire la metodologia che i trafficanti usavano in Libia ed Egitto, ossia quella di imbarcare sulle carrette del mare (nel frattempo in attesa fuori dalle acque territoriali) carichi di persone trasbordate dalla spiaggia tramite gommoni anche nell’arco di più notti, fino al riempimento “a tappo” della nave-madre stessa.”

“Con una nave della Guardia Civil, giorni e giorni interminabili a pattugliare il tratto di acque internazionali tra Sicilia sud-orientale e Libia, senza incontrare nessuno. Tornavamo in porto a Catania per i rifornimenti e c’era sempre l’Aquarius della Sos Mediterranée carica di migranti. Alla mia domanda a un nostro ufficiale superiore del perché sopra l’Aquarius non vi fosse nessuno dei nostri come ufficiale di polizia giudiziaria mi sono sentito rispondere “certe domande meglio evitare a monte di porsele, questa missione è un beneficio per tutti” (si riferiva ovviamente a carriera e soprattutto ai soldi percepiti, sia in termine di retribuzione individuale sia di stanziamenti per la GdiF stessa da parte di Frontex)”.

“Recupero di migranti su carrette alla deriva in acque assolutamente al di fuori della zona di vigilanza italiana (ad esempio, tra Creta e l’Egitto); – Malta che rifiutava sistematicamente gli sbarchi nonostante, come titolare di zona SAR, coordinasse le operazioni di ricerca e soccorso; – dai transponder delle ONG, rilevavo che erano TUTTE in attesa al limite delle acque territoriali libiche (e credimi, da idealista per me era stata una sorpresa in negativo dopo averlo accertato con i miei occhi)”.

“Su 5 missioni e una quindicina di recuperi di migranti (preferisco chiamarli così, dato che di quello si tratta) un solo soccorso autentico, di un carico di persone alla deriva da quattro giorni per avaria al motore, sotto il sole di agosto”.

“A dicembre 2016 l’ultima missione, deluso e incazzato per un’ipocrisia che si tagliava a fette. Per i mesi successivi ho rinunciato alle chiamate con le scusanti (reali) che ero impegnato in indagini o che sostituivo il comandante di reparto titolare.”

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Solo quest’anno ne hanno scaricati più delle ong:

Scafisti di stato guidati dalla Diciotti hanno scaricato 25mila invasori

Ormai sono più di trentamila. E in tutti questi anni:

Guardia Costiera organizza corsi di difesa per le donne dopo avere scaricato in Italia 1 milione di maschi islamici 🤡




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