Africani si stuprano tra loro in centro accoglienza e ce ne vogliono portare altri 1.000

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Violenza sessuale, rissa e lesioni aggravate tra extracomunitari al centro sociale di Avellino: ha preso il via il processo a carico di un 32enne, cittadino di origini somale. Nell’udienza svoltasi davanti al tribunale di Avellino, in composizione collegiale, presieduto dal giudice Giampiero Scarlato, a latere Giulio Argenio e Lorenzo Corona, sono state affrontate le questioni preliminari, ammessi i mezzi di prova richiesti dalle parti e dichiarata l’apertura del dibattimento. Il processo è stato poi rinviato al prossimo 21 marzo per l’espletamento dell’istruttoria dibattimentale, che incomincerà con l’escussione della persona offesa. L’uomo, difeso dall’avvocato Angelo Polcaro, inizialmente rispondeva anche di rissa aggravata e lesioni personali aggravate- da quest’accusa in accoglimento delle richieste della difesa già è stato prosciolto in fase di udienza preliminare- nei confronti di una 26enne enne sua connazionale, anch’ella ospitata all’epoca dei fatti presso la struttura di accoglienza ubicata al centro città. Stando alla denuncia presentata dalla donna, la stessa sarebbe stata più volte costretta a subire atti sessuali posti in essere dal 32enne. Una vicenda venuta alla luce, solo quando, la donna stanca di subire le continue molestie, si sarebbe ribellata e aiutata da una sua amica e connazionale avrebbe reagito cercando di malmenare il suo molestatore. Una reazione che portò ad una colluttazione fisica tra i tre cittadini extracomunitari, il 32enne e le due donne, sfociata in una vera e propria rissa. Per tentare di sedare gli animi e bloccare la rissa, i responsabili della struttura, furono costretti ad allertare le forze dell’ordine. Sul posto, infatti prontamente giunsero, due pattuglie della squadra Volante della Questura di Avellino, che rinvennero il 32enne, trattenuto con forza da una delle due donne, mentre un’altra cercava di colpirlo con una grossa pietra che brandiva tra le mani. Dunque, si rivelò davvero provvidenziale l’intervento della polizia che evitò il peggio, ponendo fine alla violenta colluttazione nella quale peraltro le due donne riportarono anche lesioni debitamente diagnosticate dall’ospedale san Giuseppe Moscati, dove dopo l’intervento della polizia furono trasportate. E solo in quel momento la donna raccontò alle forze dell’ordine le violenze che nei giorni di permanenza presso la struttura cittadina era stata costretta a subire ad opera del 32enne somalo. Da qui la denuncia nei confronti dell’uomo, e le conseguenti indagini sfociate poi nell’odierno processo.

Ecco, invece, cosa avremmo fatto noi al posto dei responsabili della struttura:

Nonostante tutto quello che combinano:




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