Immigrato stupra donna svenuta e la lascia morire

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La corte d’appello di Perugia ha riaperto l’istruttoria sul caso della madre di 25 anni violentata e filmata mentre era in stato di incoscienza.

La donna, che aveva due figlie piccole, è poi morta.

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In primo grado con rito abbreviato un immigrato 43enne è stato condannato a 5 anni per cessione di droga e violenza sessuale e assolto per l’imputazione di “morte causata da altro reato”.

La corte ha deciso di risentire il medico legale, Sergio Scalise Pantuso, e il tossicologo, Andrea Lazzarini: è firmata da loro la relazione alla base della “ricostruzione delle cause del decesso, anche tenendo conto della ritenuta assunzione da parte della vittima di alcol e stupefacenti”. Poi è stato stabilito di risentire lo stesso imputato – che comunque può scegliere di non sottoporsi all’esame – proprio sulla questione della cessione o meno dello stupefacente alla vittima, che è la tesi sostenuta dalla procura per la contestazione – non accolta dal giudice di primo grado – dell’articolo 586 del codice, ossia morte come conseguenza di altro delitto. L’uomo sarà sentito “ove lo consenta”: in caso di diniego non ci saranno pregiudizi “negativi”, precisano i giudici.

L’udienza è stata rinviata al 28 novembre per l’acquisizione delle nuove prove. La famiglia della vittima è rappresentata dall’avvocato Donatella Donati mentre il 43enne dall’avvocato Mauro Dottori.




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