Arrestato giovane italiano: “Sono un patriota pronto a morire per la mia razza”

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Un 23enne di Sammichele di Bari, incensurato è stato arrestato questa mattina dalla Digos con l’accusa di “arruolamento con finalità di terrorismo internazionale di matrice neonazista, suprematismo bianco e antisemita, e di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa”.

Il giovane apparterebbe, secondo l’ipotesi accusatoria, ad un’organizzazione suprematista che farebbe capo alla statunitense ‘The Base’, e sarebbe stato pronto al sacrificio estremo per ‘la difesa della razza bianca’.

Sarà la solita inchiesta contro qualcosa che non esiste e che come le altre si concluderà nel nulla.

Detto che certe ideologie sono confuse e certi propositi sbagliati, è comunque quantomeno bizzarro che si arresti chi scrive di volere morire per la propria gente (si dovrebbero perseguire gli atti e non le intenzioni) e si paghi lo stipendio a chi ci porta in casa giovani stupratori e spacciatori ogni giorno, nascondendosi dietro la divisa.

Il giovane, che utilizzava il canale ‘Sieg Heil’ è ritenuto capace “di aggirare i controlli delle Autorità” e di non lasciare traccia sul web mediante “azioni di bonifica, sapientemente reiterate in brevi lassi temporali dall’indagato”. Per questo si è resa necessaria, secondo quanto si legge nell’ordinanza del gip del tribunale del capoluogo pugliese la custodia cautelare in carcere. Infatti “i dispositivi archiviati presentano una singolare frammentarietà nei contenuti archiviati”, continua l’ordinanza. L’abilità dimostrata nell’utilizzo dei social affida l’indagato “ad una impunità assoluta, attesa la possibilità di eliminare in ogni momento e in pochi istanti ogni traccia della illiceità delle sue azioni, anche nel tempo intercorrente tra la prima percezione dell’incombere del controllo della polizia giudiziaria e l’avvio del medesimo”. Per queste ragioni, prosegue il gip, “il giudizio di pericolosità non può che essere massimo”.

Le indagini sono state avviate nel 2021 dalla Digos della Questura di Bari e dal Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Ucigos – nell’ambito del monitoraggio di ambienti virtuali suprematisti e di estrema destra, collegati appunto al canale ‘Sieg Heil’.

Con intercettazioni ambientali e analisi telematica dei device sequestrati nel corso di perquisizione domiciliare eseguita presso l’abitazione dell’indagato, le indagini hanno consentito di documentare l’appartenenza del ragazzo all’organizzazione terroristica suprematista statunitense ‘The Base’.

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L’analisi dei supporti informatici ha evidenziato, inoltre, spiega una nota, riferimenti alla volontà di procurarsi armi, nonché la capacità di costruire ‘ghost gun’ da realizzare in prospettiva attraverso l’acquisto di una stampante 3D. L’indagine ha permesso di interrompere l’azione criminale del giovane suprematista radicalizzatosi attraverso il web, entrato in contatto con il leader dell’organizzazione terroristica ‘The Base’, che, considerandolo parte del disegno terroristico collettivo, lo ha indottrinato per diffondere valori, schemi ed obiettivi del sodalizio anche in Italia ed affinché lo stesso proseguisse nell’attività di proselitismo sul territorio nazionale.

Nel corso dell’inchiesta sono stati acquisiti solidi riscontri grazie non solo ai servizi tecnici, ma anche attraverso una articolata attività di analisi investigativa della documentazione informatica sequestrata nel corso di una precedente perquisizione svolta presso l’abitazione dell’indagato, resa particolarmente complessa dalle contromisure adottate dal giovane per garantire la “sicurezza” delle proprie comunicazioni. È stato riscontrato che l’indagato, agendo in Italia come ‘lone wolf’, era pronto al sacrificio estremo ‘a difesa della razza bianca’, presentandosi come unico referente del movimento sul territorio nazionale tanto da indurre gli aspiranti adepti a contattarlo come tale.

Aveva costruito la propria identità informatica come ‘Comandante della Base’, primo caso in Italia; diffondeva il materiale propagandistico del gruppo rimodulandolo e traducendolo in lingua italiana e aveva creato un’entità composta da 3-4 membri secondo i dettami del sodalizio organizzandone l’attività sul web e proponendosi in prima persona per l’esecuzione di azioni violente. L’intenzione di costituire una cellula di tale associazione terroristica nel nostro Paese ha trovato conferma nella disponibilità da parte del giovane di armi, sequestrate nel corso della perquisizione domiciliare. Su queste ultime nonché sulle relative custodie sono state rinvenute iscrizioni riportanti caratteri dell’alfabeto runico, tra cui la ‘runa othala’, e i nomi di noti suprematisti responsabili di attacchi terroristici, Traini, Breivik e Tarrant.

Allarmanti sono le ricorrenze, spiegano gli inquirenti, tra questo materiale e quello utilizzato da Payton Gendron, statunitense di 18 anni, autore dell’attentato commesso a Buffalo (Usa) il 14 maggio scorso, quando ha assassinato dieci persone ferendone tre sparando in pieno centro cittadino.

Al di là della notizia in sé, è comunque strano un paese in cui è reato scrivere di volere morire per la propria razza, ma non lo è scrivere che è giusto farsi stuprare dall’invasore senza reagire:

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3 pensieri su “Arrestato giovane italiano: “Sono un patriota pronto a morire per la mia razza””

  1. “Detto che certe ideologie sono confuse e certi propositi sbagliati”… ah sì, eh?… molto chiari, invece, e giusti i “propositi” (con annesse miserande “ideologie”) della destraccia missista, finiana, antifaSSSista, antinazionale e leccagiuda del genere della kosherburina dagli occhi strabuzzati o del lurido parassita ballista Capitan Kippahfindus, vero?…

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