Pazzesco. Si equipara la nostra identità alle imposizioni degli invasori.
La Corte di Giustizia UE dice sì al divieto di indossare simboli religiosi nei luoghi di lavoro equiparando il crocifisso al burqa.
Intatti, secondo i giudici sovranazionali della UE lo stop deve essere applicato in maniera generale e indiscriminata. Nel nome della neutralità, vietare alle donne di indossare il velo sul posto di lavoro non è discriminatorio solo se si vieta anche il crocifisso.
Ue vieta il crocifisso in azienda: “E’ come il velo islamico”
A sottoporre la questione al tribunale di Bruxelles era stata una donna musulmana con cittadinanza belga scartata a un colloquio di lavoro per non aver tolto il velo. Nel 2018 la donna si era vista respingere da parte di una società belga che gestisce alloggi popolari la sua domanda di effettuare un tirocinio a causa del suo rifiuto alla richiesta di togliere l’hijab.
A distanza di un anno dall’ultimo pronunciamento in materia, la Corte Ue scandisce la linea preminente degli ultimi tempi. Se il datore di lavoro esige che i dipendenti siano vestiti in modo neutro, senza esibire alcun segno religioso, filosofico o spirituale in modo evidente, può farlo senza essere accusato di discriminazione. Con la riserva che la disposizione sia applicata “in maniera generale”.
Dobbiamo uscire dalla Ue.
Sui resti di bruxelles voglio arrostirci i wurstel!!!
Froci di merda !
come se un simbolo di redenzione e di salvezza quale è il crocefisso possa essere paragonato ad un simbolo di oppressione ovvero al sacco nero del rusco che i beduni costringono le proprie femmine considerate oggetti sessuali ed esseri inferiori ad indossare….
ovvio al parlamento ue l unica cosa che deve sventolare è la bandiera dei finocchi!
Si ricorda che l’arcobaleno fu mandato da Dio dopo che lo stesso ripulì l ‘intero mondo con una gran bella doccia fredda, disse che non avrebbe mai piu’ mandato acqua , ma non disse che non avrebbe mai piu’ mandato fuoco, gia’ lo fece capire a sodoma e gomorra, speriamo che lo faccia capire anche ai finocchi della UE