Massacrata dal badante del padre che vuole stuprarla

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​Accusato di aver fatto irruzione in casa di una donna per violentarla, è stato condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione un moldavo 35enne. Lui però ha sempre negato tutto e continua a proclamarsi innocente. I fatti erano successi il 28 marzo scorso in un centro della provincia. Una 49enne aveva assunto l’uomo affinché facesse da badante al padre, ottantenne e reduce da un intervento chirurgico. Ma di notte, in casa dell’anziano, il moldavo aveva recuperato le chiavi di casa della figlia ed era andato da lei, piombandole in camera e pretendendo di avere dei rapporti sessuali.

Terrorizzata, la donna avrebbe provato a respingerlo, ma lui l’aveva presa a calci e pugni. La 49enne allora era riuscita a scappare, raggiungendo la casa del padre, vicina alla sua. Ma il 35enne aveva sfondato la porta, e trovandosi di fronte il pensionato che tentava di riportarlo alla calma se l’era presa anche con lui. Poi era tornato alla carica con la donna. Ma per fortuna a quel punto erano arrivati i carabinieri di Tolentino e San Severino e lo avevano fermato, portandolo in carcere.

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Alla fine delle indagini, il moldavo era stato accusato di violenza sessuale, lesioni e violazioni di domicilio. Fin dall’inizio, l’uomo aveva respinto ogni imputazione. Aveva spiegato di non aver mai avuto alcun interesse nei confronti della 49enne, anche perché aveva una fidanzata con cui stava benissimo. Piuttosto, sarebbe stata la donna a interessarsi a lui: era stata lei a invitarlo a casa sua, e quando il 35enne aveva ricevuto una telefonata dalla sua fidanzata la donna avrebbe avuto una crisi isterica e avrebbe dato in escandescenze. Il moldavo in ogni modo ha ribadito di non aver mai commesso alcuna violenza.

Ieri mattina per lui in tribunale a Macerata si è tenuto il processo con il rito abbreviato. Il pubblico ministero Claudio Rastrelli ha chiesto la condanna a quattro anni e quattro mesi di reclusione. Alla richiesta si è associato l’avvocato Stefano Paciaroni, parte civile per la donna e per il padre, ora defunto. L’avvocato difensore Paola Castellani invece ha ribadito la versione dell’imputato, mettendo in luce alcuni aspetti della vicenda. Ma alla fine il giudice Claudio Bonifazi lo ha condannato alla pena chiesta dalla procura, prevedendo anche un risarcimento di 15mila euro per la donna e di 2.500 euro per il padre.

Ora il 35enne potrà fare appello, per tentare di far valere le proprie ragioni. Intanto il moldavo, dopo l’arresto, è tornato in libertà ma con l’obbligo di dimora a Capo Rizzuto. Ieri l’avvocato Castellani ha chiesto la revoca anche di questa misura, il giudice deciderà nei prossimi giorni.