“Se le centrali nucleari sono in attività penso che sarebbe un errore chiuderle privilegiando il carbone”. Ad affermarlo, in un’intervista alla tv pubblica tedesca ‘Ard’, è la svedese Greta Thunberg in merito alla strategia di crisi del governo tedesco di rilanciare le centrali elettriche a carbone per ridurre la produzione di elettricità dal gas.

In effetti è sensato. Strano per una che Sconcerti definirebbe con una “strana faccia”. Quindi i gretini si rivolteranno.

L’esecutivo tedesco sta inoltre valutando la possibilità di mantenere due delle tre centrali nucleari ancora in funzione in Germania collegate alla rete come riserva di emergenza oltre la data di chiusura effettiva di fine anno, ma solo fino a metà aprile 2023 al più tardi. Thunberg ha ricordato che ci sono altre alternative all’utilizzo del carbone. “Penso che ci siano altri modi per andare avanti. Con le rinnovabili”, spiega la sciroccata svedese.

Le cosiddette ‘rinnovabili’ – l’unica fattibile a breve termine è quella solare – sono un’alternativa d’emergenza per il singolo, sempre che ora sia possibile trovare i pannelli solari e le batterie per trattenere l’energia. Non possono essere un’alternativa globale.

Thunberg ha avvertito del pericolo di continuare a investire nelle energie fossili, pur affermando di aver compreso – il che ci sorprende – la necessità di proteggere i cittadini da costi energetici eccessivamente elevati. Thunberg ha criticato il fatto che la crisi climatica non sia trattata come un’emergenza globale, come è successo con la pandemia. Per l’attivista svedese, anche in tempo di guerra, non bisogna perdere di vista le conseguenze della crisi climatica: “Tutte le guerre sono un disastro. Su molti livelli. Ma dobbiamo essere in grado di affrontare cose diverse allo stesso tempo”. Certo, pensiamo a cosa accadrà, forse, tra un paio di secoli, e intanto rimaniamo al freddo oggi.