I soliti figli di immigrati che ci vengono mandati sui barconi e che la Legge Zampa del Pd vieta di rimandare indietro. Vengono a farsi mantenere, e mentre sono ospiti a spese nostre di coop legate al solito partito che incassano fino a 200 euro al giorno per ognuno di loro, arrotondano spacciando e rapinando. Perché: «Odiamo gli italiani»
Sono accusati di tre assalti avvenuti tra maggio e giugno. Rapine e pestaggi a Trezzano sul Naviglio nei parcheggi lungo la Vigevanese.
I carabinieri della compagnia di Corsico e della stazione di Trezzano hanno arrestato, su ordine del gip del tribunale dei minori, quattro ragazzi all’epoca tutti 17enni accusati di tre rapine. Si tratta di minori non accompagnati di origine egiziana in quel periodo ospiti della comunità Villa Amantea.
Un gruppo di giovani «problematici», che a giugno sarebbe stato l’obiettivo di un lancio di molotov che aveva colpito la comunità provocando lievi danni all’ingresso. Un episodio sul quale sono ancora in corso le indagini dei militari, anche se quasi certamente si tratta di una «ritorsione» in seguito a liti e ad atteggiamenti violenti con alcuni ragazzini della zona non ancora identificati. L’indagine che li ha portati nel centro di prima accoglienza del carcere minorile di Bologna riguarda invece rapine avvenute tra maggio e giugno compiute con modalità molto violente. Il gruppo usava anche bastoni e mazze da baseball per danneggiare le auto usate dalle prostitute e dai clienti.
Secondo il giudice i giovani agivano con «spiccata propensione all’aggressività verbale e fisica» attraverso «atti di prevaricazione gratuita». A far scattare l’indagine la denuncia di due prostitute che erano state vittime di una rapina tentata e di due consumate, ma anche di una violenta aggressione fisica. Il racconto delle vittime ed i riscontri acquisiti dagli investigatori hanno permesso di ricostruire in maniera dettagliata tre episodi. Il gruppo agiva «in ragione di un risentimento verso gli italiani», come confermato dalle testimonianze delle vittime. In un caso gli aggressori avrebbero colpito urlando «Non venite qua, noi ce l’abbiamo a morte con gli italiani». Tanto che ad un certo punto, durante un tentativo di rapina, una delle prostitute avrebbe detto di essere «albanese» riuscendo così a fermare la violenza. In un episodio, nella notte del 9 maggio, il gruppo aveva sfasciato il baule dell’auto di una prostituta, mentre un complice aveva scagliato una bici contro la macchina. Poi altri due armati di mazze avevano cercato di aprire le portiere, ma la donna era riuscita a mettere in moto e a fuggire.
Il 5 maggio avevano invece colpito una prostituta con calci e pugni, ferendola in maniera non grave, sempre armati di mazze da baseball. Nel terzo episodio, il 10 giugno, avevano invece strattonato il cliente fuori dall’auto e preso a pugni la donna prima di strapparle la borsa per poi trattenerla per il collo mentre le urlavano frasi contro «gli italiani». I carabinieri indagano anche su una quarta aggressione avvenuta a maggio della quale non sono ancora stati identificati gli autori. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i giovani uscivano da soli dalla comunità di sera e poi a tarda notte entravano in azione. I bottini delle rapine sono sempre stati scarsi: poche centinaia di euro. Ma il vero obbiettivo era seminare il terrore tra prostitute e clienti forse per allontanarli dalla zona, come testimoniano i violenti danneggiamenti alle loro auto. Non tutti i ragazzi avrebbero partecipato alle aggressioni in modo violento, ma secondo la ricostruzione degli investigatori alcuni «ridevano» o incitavano gli amici durante le rapine. In ogni caso, come messo in luce dal gip, non hanno impedito le aggressioni nei confronti delle donne e non hanno fatto nulla per fermare le aggressioni.
Mil ano deve diventare un immenso fungo atomico, la sua metro del cazzo scagliata a 3000 mt e il duomo su Marte, le moschee nel culo al salahdino, il resto cenere.