Il prete pro-migranti a processo per pedofilia: “Soldi Caritas per comprare silenzio bambino”

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É in corso al tribunale di Enna, collegio presieduto da Francesco Pitarresi, l’udienza del processo a Giuseppe Rugolo, il sacerdote accusato di violenza sessuale aggravata a danno di minori.

In aula depone il vescovo della Diocesi di Piazza Armerina Rosario Gisana. L’accusa è sostenuta dal PM Stefania Leone e dal procuratore capo Massimo Palmeri. In aula è presente Rugolo, denunciato da un giovane minorenne.

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Stamani è stato interrogato il padre della vittima che ha confermato la versione fornita dal figlio nella scorsa udienza ed un giovane che avrebbe confermato di essersi rivolto a Gisana almeno due volte per raccontare di avere subito attenzioni morbose da parte di Rugolo.

Offrire denaro della Caritas, in contanti, in cambio del silenzio della vittima violentata da don Giuseppe Rugolo: sarebbe stata questa la terrificante proposta della Diocesi di Enna-Piazza Armerina, in Sicilia. La circostanza è stata confermata in aula da Antonio Ciavola (allora capo della Squadra mobile di Enna e ora in servizio a Caltanissetta), nel corso del processo presieduto da Francesco Pitarresi che si celebra al tribunale di Enna e vede imputato il sacerdote Giuseppe Rugolo, agli arresti domiciliari da un anno. La notizia che arriva proprio nel giorno in cui Papa Francesco in Vaticano ha ricevuto la Commissione per la tutela dei minori, raccomandandosi di fare controlli annuali a tappeto per vedere se le conferenze episcopali nazionali stanno facendo progressi nel liberarsi delle mele marce, proteggere le vittime e agire in totale trasparenza.

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Il dirigente della Polizia di Stato, sentito in aula per oltre 4 ore, ha anche spiegato come dalle carte emerga il diniego netto della vittima ad accettare questa proposta che proveniva dal vescovo Rosario Gisana.

Il giovane, che avrebbe subito violenza dal 2009 al 2013, avrebbe ritenuto questa proposta immorale e illecita. Tutte circostanze documentate dai materiali prodotti dalla parte civile che testimonierebbero l’offerta di 25 mila euro in contanti, dunque non tracciabili, in cambio del silenzio. In aula sono state lette anche alcune chat a sfondo sessuale intercorse tra Rugolo e alcuni anche ex alunni della scuola dove per anni il sacerdote ha insegnato, nonché con giovani residenti nel territorio di Ferrara dove il sacerdote era stato trasferito.

Rugolo avrebbe frequentato siti pornografici dove era possibile interagire attraverso la telecamera con altre persone. È stato, inoltre, ricostruito il modus operandi del prelato e le modalità volte ad agganciare i giovani in condizione di fragilità psicologica.