Stuprato da tre africani perché ha le unghie smaltate

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Studente stuprato da africani, “le belve della movida”: «Lo hanno fatto altre volte»

Dove sono le associazioni di categoria che urlano ogni volta che ad uno di loro si spezza un’unghia?

Indica l’incrocio tra via Tiburtina e via dei Luceri, Giorgio Alessandri, 71enne presidente dell’Associazione park forest ranger che si occupa dell’apertura e della chiusura dei cancelli di Villa Mercede, a San Lorenzo e che sabato mattina, dopo aver fatto colazione in via Tiburtina, ha notato il 22enne fuorisede sardo, stravolto, riverso sul marciapiede: il ragazzo, che era stato aggredito, rapinato e poi abusato da tre africani, non sapeva a chi chiedere aiuto. Alessandri gli ha teso la mano.

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“Alle 6.55 ho aperto i cancelli della villa – ricostruisce Alessandri – poi sono andato a fare colazione al bar al civico 76”. Caffè e cornetto. Il 71enne esce dal bar alle 7.08. “Appena mi sono affacciato in strada ho visto quel ragazzo che andava avanti e indietro sul marciapiede all’angolo tra via Tiburtina e via dei Luceri”, proprio davanti alla filiale dell’Unicredit. “A un certo punto si è seduto in terra – ricorda Alessandri – si è coperto il viso con il braccio, piangeva”.

Poi il 22enne si è rialzato. “Sono stato a guadarlo per capire se fosse ubriaco, se avesse bisogno di aiuto. Ho visto che ha attraversato la strada ed è venuto verso di me, camminava dritto”.

A quel punto Alessandri decide di intervenire. “L’ho fatto sedere sulle panchine del kebab, che era ancora chiuso – aggiunge Alessandri – gli ho chiesto se voleva fare colazione, mi ha detto di no. È scoppiato a piangere. Mi ha detto che l’avevano rapinato, che non aveva più il cellulare. Poi ha singhiozzato: “Mi hanno violentato, erano tre africani, con i capelli crespi. Oltre al telefono mi hanno tolto l’orologio e 150 euro in contanti. Mi hanno portato al bancomat ma non ricordavo il pin. Non ricordavo quale fosse il codice del bancomat né quello del postamat””.

Alessandri ha letto la disperazione e “la sincerità” negli occhi del ragazzo. “Non aveva assolutamente bevuto, non puzzava di alcol, era solo molto disorientato. Gli ho chiesto due volte se stava dicendo sul serio, dopodiché ho chiamato il 112”. Gli operatori gli hanno passato immediatamente la polizia. “Sono rimasto con lui finché non sono arrivate le prime volanti”. I poliziotti hanno preso in carico il ragazzo fuorisede, con i capelli tinti, le unghie smaltate di rosso. Il 22enne “mi ha detto che alle 4 del mattino stava tornando a casa ai Parioli dove condivide un appartamento con altre studentesse”, che era uscito da un locale al Colosseo, “era arrivato in taxi a San Giovanni”, aggiunge Alessandri e che “aveva preso un monopattino a noleggio per tornare a casa”.

Gli si era scaricata la batteria in via degli Etruschi, ha camminato di fronte al bar al civico 5, aperto spesso fino a tarda notte, ed è stato braccato da tre ragazzi “africani”. L’hanno rapinato. Costretto, senza successo, a prelevare dei contanti agli sportelli automatici della banca e del postamat in via dei Luceri, prima di violentarlo nell’androne di un palazzo in via Tiburtina. “Il ragazzo aveva un taglio al labbro inferiore, sul lato sinistro e un occhio livido – , ricorda ancora Alessandri – è stato episodio terribile, non immagine. C’è troppa violenza in questo quartiere”. Gli agenti hanno ripercorso con il 22enne il tragitto da via Tiburtina fino all’ufficio postale in via dei Luceri, dove poi lo studente è stato caricato sull’ambulanza e accompagnato al pronto soccorso del policlinico Umberto I. Gli investigatori hanno acquisito le telecamere della banca, dell’ufficio postale, quelle pubbliche all’incrocio tra via Tiburtina e via degli Umbri, che dovrebbero aver ripreso i tre aggressori.




3 pensieri su “Stuprato da tre africani perché ha le unghie smaltate”

  1. Porco allah.Ieri ho menato di brutto un lercio seguace del suo porocozzio stramaledetto.Voleva fregarmi il cell…Gli ho dato tante di quelle botte che l’ho lasciato a terra inerme.E’ capitato male…con il sottoscritto.In Legione ci hanno addestrato bene.

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