Africani circondano poliziotti: «Andate a controllare i documenti degli italiani»

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Firenze, un africano dorme in mezzo al parco delle Cascine. È disteso sull’erba sotto il sole. Arrivano i vigili, provano a svegliarlo. Prima lo chiamano, poi lo toccano, chiamano un’ambulanza. Alla fine il ragazzo si sveglia, gli agenti chiedono se va tutto bene, lui dice sì, viene annullata l’ambulanza. Poi i vigili chiedono i documenti, ma lui non ce li ha. E allora scatta il fermo per identificazione. Gli agenti fanno alzare l’africano, che viene caricato nel sedile posteriore della pattuglia.

L’immigrato sale, però protesta, e mentre protesta arrivano altri 4 o 5 suoi connazionali, cominciano a protestare anche loro e urlano: «Non abbiamo fatto niente». Qualcuno grida al razzismo: «Andate a controllare i documenti degli italiani».

Da lunedì scorso (ma l’operazone è stata annunciata ieri al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura) 24 vigili urbani e 10 pattuglie sono impegnati a perlustrare strade e viali del polmone verde di Firenze. Controllati decine di documenti. Tre i fermati per identificazione e denunciati per essere sprovvisti del permesso di soggiorno.

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Solo denunciati, quindi non serve. Servono rastrellamenti in tutte le città italiane con clandestini caricati direttamente su aerei militari, all’argentina.

Non sono mancati i momenti di tensione, come quando gli agenti hanno fermato un ghanese, che ha vivamente protestato. Durante l’ispezione, i vigili hanno controllato i precedenti dell’uomo: violenza sessuale e rapina, eppure era in libertà. «Non ho lavoro, non ho lavoro, ho bisogno di aiuto», ripeteva l’africano. Un altro invece ha cominciato a urlare, impossibile dialogare con lui. Migranti in visibile stato di confusione in molti tratti del parco. E controlli a tappeto in ogni angolo: due vigilesse a cavallo, altri vigili a piedi, altri in auto, sotto il coordinamento di Silvia Bencini, responsabile area Unesco. Agenti anche alla fermata Carlo Monni e Paolo Uccello. Alcuni passeggeri scendono dalla tramvia e ringraziano gli agenti: «Finalmente sono arrivati i controlli». Lo dice anche una mamma con un bambino nel passeggino: «Questo parco è bellissimo per passeggiare, ma senza controlli ho paura a venire».

Gli spacciatori, nonostante la presenza massiccia delle forze dell’ordine, tentano di riorganizzarsi. E si spostano di qualche metro. Quando passiamo vicino a loro, ci adocchiano, fanno cenni di intesa, poi ci propongono la merce. Sanno della presenza dei vigili, e ci invitano a spostarci dietro un angolo, magari dietro una siepe. Sono insistenti, come se non ci fossero gli agenti a poche decine di metri. Ci fermiamo a parlare con un ragazzo africano. Lui dice di allontanarsi perché ci sono i vigili. «O compri o vai via». Ci fermiamo con un altro. Tempo un minuto, ecco una pattuglia di carabinieri. Accosta accanto a noi, a pochi passi dal ponte della tramvia. Scendono due agenti, ci chiedono i documenti.

Le ispezioni di ieri si aggiungono a quelle dei giorni scorsi (la polizia ha sequestrato un chilo di droga sepolto in un prato). Lunedì sono state fermati tre migranti irregolari, tutti denunciati. Quattordici persone sono state allontanate per bivacco. Intervenuti anche i mezzi di Alia, che hanno portato via 18 relitti di biciclette, probabilmente rubate. Martedì è stato smantellato anche un piccolo mercatino abusivo a pochi passai dalla fermata della tramvia. Mercoledì sono state controllate oltre 50 persone e veicoli. I controlli proseguiranno per tutto ottobre.