Immigrato arrestato per stupro 80enne: “Ero ubriaco fradicio, non ricordo nulla”

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Procura conferma: “Immigrato ha stuprato 80enne a Cuneo”

Lo stupratore ha ripetuto di “non ricordare”. Era troppo ubriaco, dice.

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«Non ricordo niente di quel pomeriggio. Ero ubriaco fradicio perché avevo bevuto parecchio: una ventina di litri di vino in due giorni». Ha detto più o meno così, all’interrogatorio di garanzia, l’uomo arrestato sabato dalla Squadra mobile di Cuneo con l’accusa di essere il responsabile dello stupro avvenuto domenica 11 settembre, al Parco fluviale del capoluogo.

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Si tratta di un romeno di 40 anni, addetto in un’impresa di vendita di generi alimentari, residente nella frazione cuneese di Borgo San Giuseppe. Mercoledì mattina, in Procura, il giudice per le indagini preliminari Daniela Tornesi ne ha convalidato l’arresto, che era stato ordinato dal sostituto procuratore, Carla Longo, in base ai gravi indizi di colpevolezza raccolti dagli agenti della polizia. Un lungo lavoro di indagini, portato avanti senza sosta, anche con il supporto delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza montate nella zona.

La violenza sessuale era stata consumata intorno alle 18, in una zona lungo il fiume Gesso, non lontano dai campi da tennis e dall’ex Nuvolari, a centocinquanta metri in linea d’area dalle piscine comunali. La donna, pensionata ultrasettantenne, era a passeggio con il cane quando un uomo in bicicletta si è fermato, l’ha avvicinata con una scusa per poi trascinarla ai lati della pista ciclabile, immobilizzarla e stuprarla. La donna ha tentato, invano, di liberarsi e ha anche gridato, ma in quel momento a quanto pare non c’erano altre persone nei paraggi o nessuno ha sentito.

L’uomo si era quindi dileguato in bicicletta nel parco, in direzione delle piscine, facendo perdere le tracce. Scattato l’allarme, lanciato dalla vittima, l’équipe medica del «118» aveva soccorso e accompagnato la donna all’ospedale Santa Croce per le cure e l’assistenza psicologica. Da lì era partita una vera e propria caccia all’uomo, terminata nel primo pomeriggio di sabato con l’arresto.

Il quarantenne era già noto alle forze dell’ordine cuneesi per alcuni precedenti penali (fra gli altri, un processo per resistenza a pubblico ufficiale), Tempo fa, in preda a forte alterazione psicofisica, aveva sistemato alcune bombole del gas sul balcone della propria abitazione, minacciando di far esplodere tutto lo stabile.

Sullo sfondo, ci sarebbe una situazione familiare difficile e molto complicata: «Frequenti litigi con la moglie, dalla quale si era separato, senza tuttavia risolvere i gravi problemi della famiglia, in un contesto di profondo disagio sociale in cui sono stati coinvolti anche gli assistenti sociali – spiega l’avvocato difensore Pier Carlo Botto -. All’interrogatorio di garanzia in Procura non ha ammesso, né confermato. Ha detto di non ricordare più nulla, che non stava bene da tempo, era esaurito, che due giorni prima aveva bevuto venti litri di vino. Questo è quanto». Nella cucina dell’appartamento dell’uomo, gli inquirenti hanno ritrovato numerose bottiglie di vino vuote, ma la versione rilasciata dal presunto violentatore appare poco credibile. Da Borgo San Giuseppe, in quelle – ipotetiche – condizioni di ubriachezza, risulta difficile immaginare come sia riuscito a raggiungere il Parco fluviale in bicicletta, la stessa poi utilizzata per fuggire. Confermata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, è tutt’ora recluso al Cerialdo.