Immigrato pesta autista bus: “Sono sieropositivo, ora ti contagio”

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Si accorge di essere salito sul mezzo sbagliato e impone all’autista del pullman di farlo scendere subito: poi lo aggredisce.

Per questo un immigrato 44enne è stato arrestato dalla polizia. Prima delle manette, però, ha minacciato gli uomini in divisa, ha confermato di essere sieropositivo. E ha tentato di aggredire il capopattuglia.

L’allarme è scattato sulla linea del 112 grazie proprio all’autista del pullman della tratta Viareggio-Lucca. Lo straniero l’ha aggredito verbalmente e fisicamente: pretendeva che il conducente si fermasse in autostrada per farlo scendere. Inutili sono state le motivazioni che l’autista del pullman, incaricato di pubblico servizio, ha cercato di fargli comprendere. L’immigrato ha iniziato a minacciarlo e insultarlo fino a lanciargli una bottiglia di vetro che lo ha colpito a una gamba mentre era intento a guidare.

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Andava scaricato in autostrada.

Per fortuna un passeggero ha distratto lo straniero mentre l’autista del bus chiamava il 112 per chiedere aiuto. Ha concordato un punto di incontro con le volanti della Polizia di Stato. Finalmente a Lucca ha trovato ad attenderlo gli agenti della Polizia che hanno avuto non poche difficoltà a far scendere lo straniero e a metterlo in sicurezza.

Immigrato pesta autista bus




3 pensieri su “Immigrato pesta autista bus: “Sono sieropositivo, ora ti contagio””

  1. Ho conosciuto diversi disturbati mentali, affetti da turbe deliranti o manie.
    Impossibile far loro considerare qualunque cosa da un punti di vista diverso dal loro delirio, non importa se palesemente confliggente con la realta’ oggettiva.
    Altri, apparentemente sani e capaci di validissimi ragionamenti logici, quando si toccava un particolare argomento, era come se si pigiasse un interruttore che attivava un fanatismo sordo a qualunque argomento. Altri, era come se fossero sul lettino dello psicanalista: attraverso un pensiero associativo, emergevano in qualsiviglia discorso degli accenni a un’idea fissa.

    1. ”non importa se palesemente conflig gente con la realtà oggettiva”

      Orosio, subito dopo essere fuggito in Africa dall’invasione visigotica dell’Iberia, nel 414, si dichiarò orgogliosamente apolide:
      «L’ampiezza dell’Oriente, l’abbondanza del Settentrione, la vastità del Meridione, le fertilissime e sicurissime sedi delle grandi isole hanno le mie leggi e il mio nome, poiché romano e cristiano giungo tra romani e cristiani. […] Un unico Dio, che ha voluto quest’unità del regno per i tempi in cui gli è piaciuto manifestarsi, da tutti è amato e temuto; le medesime leggi, sottoposte a un unico Dio, regnano ovunque; dovunque giungerò, sconosciuto, non avrò da temere violenza improvvisa come chi è senza protezione. Tra romani, come ho detto, romano, tra cristiani cristiano, tra uomini uomo, mi appello allo Stato in base alle leggi, alla coscienza in virtù della fede, alla natura in nome dell’uguaglianza.»
      Storie contro i pagani, V, 2, 3-6.

      Anche Rutilio Namaziano era accecato dall’universalismo.

      ”Io vengo a contraddire, come mai si è contraddetto”
      Federico Nietzsche, Ecce homo

      1. Orosio e Rutilio Namaziano videro e soffersero le devastazioni dei barbari e la distruzione di Roma, eppure scrissero l’inno all’apolidia.

        I meticcionisti come pensano di contrastare la criminalità straniera?
        Conferendo la Cittadinanza.
        È la stessa pazzia.

        Tutti accecati dal culto dell’apolidia.

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