Africano violenta bambino italiano di 12 anni: “Lo faccio sempre”

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Lo ha condotto dietro ad una macchina con una scusa e poi ha abusato di lui, un bambino di dodici anni con problemi mentali.

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Khalid Z., un parcheggiatore abusivo africano che stazionava al quinto cancello di Ostia, è finito a processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata ed è stato condannato ieri dal Tribunale di Roma a 8 anni e 4 mesi di reclusione. L’immigrato ha precedenti per la stessa tipologia di reato ma era libero e, soprattutto, era ancora in Italia.

«Si è offerto di dargli una bottiglia d’acqua per finire di pulirsi – ha riferito in aula il babysitter – L’ho autorizzato a seguirlo, perché doveva allontanarsi solo di un paio di metri». Un genio.

Il bambino, infatti, è tornato qualche minuto disperato: «È stato via pochi minuti, ma erano dietro un’auto, perciò non riuscivo a vederli – ha aggiunto il babysitter deficiente – Quando è tornato ha raccontato che quell’uomo lo aveva toccato chiedendogli di fargli vedere le parti intime, poi gli ha abbassato il costume e ha iniziato a palpeggiarlo».

Una decina di minuti di violenza. Non contento, il molestatore torna da loro e si avvicina nuovamente al bambino. «Ci ha chiesto i nostri nomi e gli ho dato il mio, ma ho mentito sul quello del bambino – ha riferito il suo babysitter – A posteriori credo che fosse molto interessato al bambino fin dal nostro arrivo».

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A parlare in udienza anche la mamma della vittima, che ha raccontato i sentimenti del bambino subito: «Lui voleva vendetta, era ferito e arrabbiato, e non nego che d’istinto avrei voluto prendere quell’uomo a bastonate – ha riferito al giudice – Ma ho pensato che c’è una legge che deve tutelarci e l’ho spiegato anche a mio figlio». La legge del menga.

A denunciare i fatti al commissariato di Porta Maggiore è stata proprio la mamma del minore, ma fondamentali per l’identificazione del violentatore sono stati i dettagli forniti dal bambino, tra cui una profonda cicatrice sull’addome dell’uomo. Le indagini portate avanti con l’ausilio del commissariato di Ostia hanno condotto, infatti, a Khalid Z.: un immigrato con precedenti per la stessa tipologia di reato che, pochi mesi prima, era stato arrestato per furto e molestie. «Quando abbiamo mostrato al bambino la foto, lui lo ha riconosciuto subito, urlando: “Eccolo, è lui”».

Il pedofilo africano è stato arrestato e processato con l’accusa di violenza sessuale aggravata dal fatto che la vittima è minorenne e che ha disturbi mentali.

Il pubblico ministero, valutando la gravità dei fatti, aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione: «Non c’è dubbio che è un atto invasivo della sfera sessuale. Il minore è assolutamente credibile anche nell’atteggiamento di rabbia e frustrazione. Voleva che la madre andasse a picchiarlo». L’imputato, però, è stato condannato a scontare la pena di 8 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali.




2 pensieri su “Africano violenta bambino italiano di 12 anni: “Lo faccio sempre””

  1. Il babysiyter va impalato, FIGLIO DI PUTTANA!!!LO MANDI CON UN AFRICANO?LURIDA MERDA LEKKANEGRI!!!
    E IL PADRE DOVE CAZZO STA’ ?LA LEGGE?IL MUSSULMANO TI STUPRA IL FIGLIO E TI APPELLI ALLA LEGGE?!TE LA FAI TE CAZZO!!!!LO PELI COME UNA PATATA!!!

I commenti sono chiusi.