La baby gang dell’immigrato massacra bambini italiani e semina il terrore

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Appartengono allo stesso gruppo che seminò il terrore in città fra il 2020 e gli inizi del 2022. Poi, l’intervento della polizia, estromise i ‘leader’ dell’epoca ai quali sono subentrati i nuovi, che oggi hanno fra i 15 e i 16 anni. Il più violento un giovane figlio di migranti: lui quello che ha picchiato a sangue freddo prima due adolescenti e poi – per ben due volte rispettivamente con 20 e 30 giorni di prognosi – un ambulante.

Nove ragazzi. Età: fra i 13 e i 15 anni. Tutti residenti a Campobasso. Sono accusati di lesioni aggravate, minacce aggravate e tentativi di estorsione ai danni di ragazzini fra i 12 e i 14 anni.

Sarebbero le “leve” della baby gang che ha seminato panico e terrore, sempre nel capoluogo, dal 2020 agli inizi del 2022. Il ‘branco’ smantellato dalla Squadra Mobile con una operazione di polizia il 26 gennaio scorso e la denuncia di 11 ragazzini.

Ancora Squadra mobile. Anche questa volta. E 13 minori denunciati alla Procura presso il Tribunale per i minori. Gli episodi di violenza sui quali gli agenti di Marco Graziano hanno lavorato a lungo sono diversi ma il culmine c’è stato il il 27 luglio scorso quando, nel parco di via XXIV Maggio, alcuni ragazzini – per l’ennesima volta – sono stati accerchiati da un gruppo di 10 ragazzi. Le vittime, impaurite e terrorizzate, sono fuggite ma una di loro è stata raggiunta e riempita di calci e pugni fino a procurarle 10 giorni di prognosi.

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La squadra mobile ha denunciato 4 ragazzi, tra i 15 e i 17 anni, sempre residenti Campobasso, perché responsabili di lesioni, istigazione a delinquere e omissione di soccorso, attività delittuose commesse ai danni di un uomo di anni 50. Vittima di due efferate aggressioni in meno di 48 ore. La prima il 7 agosto, la seconda il 9. Lo hanno picchiato fino a fratturargli le costole: 30 giorni di prognosi.

Tutti i ragazzi, indistintamente, stando a quanto riferito dagli inquirenti hanno avuto un comportamento deprecabile. Si sono schierati a difesa del gruppo senza preoccuparsi minimamente di intervenire a difesa delle vittime.

Di fondamentale importanza, nelle delicate indagini di polizia giudiziaria, sono state le denunce presentate delle parti offese e le dichiarazioni rese dai testimoni.

A differenza di quanto emerso nell’indagine precedente, questa volta la banda non ha filmato gli eventi per poi diffonderli sui social network “a dimostrazione di un innalzamento del profilo criminale degli indagati”.