L’imam che ha stuprato a morte figlia di 5 anni: doveva capire se era vergine

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Prosegue il nostro viaggio nel mondo degli imam moderati.Oggi vi raccontiamo la storia di Lama e di suo padre, un imam

L’importante imam saudita violentò, torturò e uccise la sua figlioletta di cinque anni perché, dubitando della figlia, doveva ‘scoprire se fosse ancora vergine’, venne rimesso in libertà dopo aver pagato una multa.

Fayhan al-Ghamdi, questo il suo nome, – come scrivono i media internazionali – era stato accusato nel 2013, di aver ucciso sua figlia Lama, che ovviamente a causa della violenza aveva subito lesioni multiple, tra cranio schiacciato,  schiena rotta, costole rotte, un braccio sinistro rotto e tutta una serie di lividi e ustioni sul corpicino. La bambina era anche stata ripetutamente violentata e bruciata. Una furia insensata. Una furia dettata da fanatismo islamico.

Rape and Killed Lama

Fayhan al-Ghamdi ammise anche di avere usato un bastone e cavi per infliggere ferite alla bambina, perché dubitava della sua verginità. E doveva essere punita. Come il piccolo Giuseppe, punito dal marito tunisino della mamma, perché aveva rotto la sponda del lettino.

Invece della pena di morte, così spesso affibbiata per qualsiasi reato in Arabia Saudita, compreso quello di blasfermia,  Fayhan al-Ghamdi scontò, inizialmente, alcuni mesi di carcere.

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Albawaba News aveva reso note le parole del giudice che decise il rilascio: “I soldi e il tempo che l’imputato ha servito in carcere dopo la morte di Lama sono una sufficiente punizione“, disse.

Una sufficiente punizione. Perché le donne, nell’islam sunnita, sono poco più che un’oggetto.

Fayhan al-Ghamdi, che al tempo appariva regolarmente come esperto di Corano alla televisione dell’Arabia Saudita, aveva accettato di pagare qualche migliaio di euro come ‘risarcimento’ alla madre di Lama, immigrata egiziana e una delle sue mogli.

Pensate quale cultura può essere dietro una tale concezione.

Il denaro è considerato una compensazione sufficiente, in questi casi, per la legge islamica, anche se è solo la metà della somma che sarebbe stata pagata se Lama fosse stata un maschio.

Nonostante notoriamente rigoroso, il sistema giuridico dell’Arabia Saudita è ipocrita: i padri non possono essere giustiziati per aver ucciso i propri figli. Allo stesso modo, i mariti non possono essere giustiziati per aver ucciso le loro mogli. Ma un cristiano può essere ucciso se indossa una croce in pubblico: è idolatria. O se nega la natura di Maometto: è blasfemia.

Solo dopo le proteste, il predicatore venne condannato – si fa per dire – ad 8 anni di carcere. Ma è improbabile li sconterà per intero.

Ma davvero li volete tra noi? Ma davvero volete le moschee? Volete un accordo tra Stato italiano e ‘comunità islamiche’?




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