In realtà stuprano 5 volte più della loro incidenza e 10 volte di più rispetto agli italiani.
Secondo gli ultimi dati del Ministero della Giustizia, aggiornati al 31 luglio 2022, gli stranieri detenuti in Italia sarebbero 17.246 su un totale 57.286, una percentuale che arriva a poco più del 30%, con sostanziali differenze che variano da regione a regione. Le dieci nazionalità più rappresentative tra i detenuti non italiani nelle carceri del nostro Paese sono quella marocchina, albanese, rumena, tunisina, nigeriana, gambiana, egiziana, algerina, senegalese e pakistana. VERIFICA LA NOTIZIA
Più in generale – al netto dunque della variabile regolare/irregolare -, i dati del Viminale pubblicati ad ottobre 2021 ci raccontano che in Italia un terzo dei reati viene commesso da non italiani e che il 39% dei crimini sessuali è compiuto da stranieri, i quali però arrivano ad essere poco più dell’8% della popolazione totale presente sul territorio italiano, circa 5.700.000 persone. Ciò significa che, per quanto concerne i crimini sessuali, gli stranieri ne sono responsabili circa cinque volte in più rispetto agli italiani.
Questi dati vanno comunque contestualizzati all’interno del globale aumento dei crimini che è stato registrato nel 2021 in Italia, come sottolineato nel report di dicembre 2021 presentato dalla direzione centrale della Polizia criminale al Ministero dell’Interno. Rispetto al 2020 – anno in cui il lockdown ha fatto precipitare il numero dei crimini per ovvie ragioni -, infatti, nel 2021 i reati sono cresciuti del 5,4% rispetto all’anno precedente (comunque in calo del 12,6% in confronto al 2019). Un aumento significativo ma tutto sommato trascurabile se paragonato, invece, a quello relativo agli sbarchi avvenuti in Italia a partire da gennaio 2022, come raccontano i numeri raccolti quotidianamente dal Ministero dell’Interno, consultabili nel «cruscotto statistico» presente sul sito del Viminale.
Dal primo gennaio al 23 agosto sono già sbarcate sulle nostre coste oltre 51.353 persone, molte di più delle 36.479 arrivate nello stesso periodo del 2021 (+14.847) e il triplo di quelle registrati nel 2020, quando arrivarono in Italia 17.500 migranti. Emblematici a questo proposito sono i numeri riferiti ai singoli giorni, i quali restituiscono, se possibile, un quadro ancor più critico. Un esempio su tutti: il 22 agosto del 2021 sbarcarono sulle nostre coste 131 migranti; l’altro ieri, invece, ne sono arrivati quasi 600 (592, per la precisione). E ugualmente impietosi sono i dati comparati su base mensile, con gli 8.720 migranti sbarcati a maggio 2022 (cinque volte tanto i 1.500 nel maggio del 2021 e i 1.600 in quello del 2020) e con gli oltre 13mila arrivi registrati a luglio di quest’anno, contro gli 8.609 del 2021 e i 7mila del 2020. In compenso, in questi primi otto mesi non è invece mutata la composizione riguardante la nazionalità dichiarata al momento dello sbarco: secondo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il 20% dei migranti arrivati in Italia via mare nel 2022 si è dichiarato tunisino (10.139 persone), il 19% egiziano (9.943), il 17% proveniente dal Bangladesh (circa 8.700) e l’8% proveniente dall’Afghanistan (4.098).