Nel più totale silenzio mediatico sono sbarcati nelle ultime ventiquattro ore 1.000 invasori afroislamici.
porto di Augusta, in Sicilia. Fanno
parte di un gruppo più ampio di circa
600 scrocconi – tutti musulmani –
prelevati da scafisti di stato nel mar Ionio.
Erano partiti da Tobruk, in Libia, il
17 agosto scorso a bordo di un pesche-
reccio.
Nelle ultime 24 ore sono circa mille i
clandestini giunti nella penisola italiana
tra Roccella in Calabria, Augusta e
Portopalo nel Siracusano.
La Shoah, lungi dall’averci fatto ripudiare la sua causa profonda – l’apolidia – ne ha esacerbato parossisticamente il culto.
Quello di Plinio il Vecchio, lungi dall’essere un laus Italiae, è un laus apolidiae et superbiae.
«La terra [l’Italia] che è figlia e al tempo stesso madre di tutte le altre terre, prescelta dagli dèi per rendere più luminoso il cielo stesso, per riunire imperi divisi, per addolcire i costumi, per unificare, con la diffusione della sua lingua, i linguaggi discordi e rozzi di tanti popoli e portare la cultura all’uomo e divenire in breve tempo l’unica patria di tutti i popoli di tutto il mondo.»
Plinio il Vecchio, Storia naturale, III, 38-40.
«e ancora altre erbe da altre zone: erbe che vengono importate ed esportate in ogni parte del globo a beneficio della salute degli uomini, grazie alla sconfinata maestà della pace romana, che fa conoscere tra loro non solo gli uomini di terre e stirpi diverse, ma anche le montagne e le loro cime che sconfinano nelle nubi, e i loro prodotti, e anche le erbe!»
Ibidem, III, 20-7, botanica, tomo 2, Einaudi.
Non fece conoscere.
Mischiò, e quindi distrusse, uomini di terre e stirpi diverse.
Universalismo e meticciamento sono sinonimi.
Una* laus.