L’ennesima dimostrazione che la legge non si applica con gli immigrati e che hanno licenza di stupro.
Due casi in due giorni. Il primo:
Giudice libera afghano che ha violentato due bimbe: “Le ho palpeggiate per errore”
“Ne ho solo sfiorata una mentre nuotavo”. Si è giustificato così il 34enne afgano accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di due ragazzine, entrambe minorenni. Quanto basta per convincere il giudice di turno della sua innocenza e ritornare a piede libero dopo una notte trascorsa a Regina Coeli. Il pm aveva chiesto per l’indagato la misura di custodia cautelare in carcere ma per il giudice “non si tratta di un soggetto pericoloso”.
L’episodio risale a lunedì mattina, sulla spiaggia del “Curvone” di Ostia. Stando a quanto riferisce il sito d’infomazione 7Colli.it, l’afgano avrebbe avvicinato le ragazzine mentre erano in acqua. Dapprima con uno scambio di battute poi con avances sempre più insistenti. Nonostante la resistenza della giovani avrebbe perseverato salvo poi palpeggiare una delle due. La vittima, seppur colta di sorpresa, è riuscita a ritrarsi. A quel punto, il 34enne avrebbe rivolto le sue attenzioni all’altra, sfiorandola con le mani. La ragazza ha cominciato a gridare attirando l’attenzione dei bagnanti che, in men che non si dica, hanno allertato i carabinieri.
Alla vista delle sirene blu delle volanti, l’uomo ha tentato di far perdere le tracce di sé approfittando del momento di grande concitazione. Le due ragazzine hanno raccontato ai militari dell’Arma l’accaduto fornendo una descrizione dettagliata del presunto aggressore. Anche altri testimoni hanno abbozzato l’identikit dello straniero in fuga che, intanto, era riuscito ad allontanarsi dalla spiaggia. Non abbastanza da seminare i carabinieri: il 34enne è stato fermato ed arrestato a pochi passi dal lido
Portato in tribunale a Piazzale Clodio, il presunto molestatore è stato riconosciuto dalla vittime e associato al carcere di Regina Coeli. Ma dopo una notte trascorsa in carcere è già tornato in libertà. Il giudice di turno ha deciso di scarcerarlo disponendo per il 34enne il divieto di dimora a Roma. Durante l’udienza per direttissima, l’indagato si è giustificato: “Ne ho solo sfiorata una mentre nuotavo”. A conti fatti, una versione ritenuta credibile dal magistrato. La prossima udienza è fissata per il 20 settembre.
Un nigeriano, invece, ha massacrato due vigilesse.
A giugno aveva aggredito il direttore della Caritas di Perugia, il 29enne nigeriano arrestato per aver picchiato due agenti del nucleo decoro Fontivegge della polizia locale. Il giudice, nell’udienza di convalida, ha confermato il provvedimento di arresto in carcere, rinviando l’udienza per valutare sulla richiesta di perizia psichiatrica avanzata dal difensore, l’avvocato Vincenzo Maccarone, e sull’eventuale concessione di riti alternativi.
La violenta aggressione, che ha provocato traumi e lesioni giudicati guaribili in 10 giorni per le due agenti, è stata scatenata da motivi futili. La risposta negativa alla richiesta di poter parlare con un agente, che in quel momento non si trovava in sede, avrebbe provocato la smodata reazione dell’uomo che ha preso a pugni ripetutamente le due vigilesse prima di essere fermato. Il giudice ha, intanto, dato il nulla osta per l’espulsione da valutare in caso di revoca di permesso.
“…espulsione da VALUTARE in caso di revoca di permesso”. Lo Stato italiano è tutto in questa frase.
Poi c’è il caso del cingalese:
Milano, un’altra vittima degli immigrati: investita sul marciapiede da cingalese
Anche lui libero.