Marta accoltellata 23 volte ma l’immigrato è libero: giudici applicano la legge solo contro italiani

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L’africano che ha accoltellato 23 volte Marta è libero

La ragazza ha scritto una lettera di protesta.

«Abbiamo appreso casualmente – inizia così la lettera della ragazza – la notizia della scarcerazione del ragazzo e del suo rientro a casa».

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E ancora: « Il mio pensiero – scrive la studentessa colpita con una serie di fendenti di inaudita violenza mentre faceva una corsetta nelle strada di campagna attorno alla sua abitazione – è andato a tutte quelle donne che avevano già denunciato il loro aggressore, magari ottenendone anche la condanna a seguito di un lungo e doloroso iter giudiziario, senza che questo impedisse allo stesso di commettere successivamente ulteriori atti di violenza o perfino di macchiarsi del loro omicidio. E ciò, per l’inefficacia delle misure pensate per tutelare la sicurezza delle vittime».
La studentessa universitaria di Mogliano sottolinea poi l’inammissibilità di un errore di questo tipo. E questo è infatti un altro passaggio forte nella sua lettera aperta diffusa nella giornata di ieri ai mass media locali: «Errori burocratici o di disattenzione di questo tipo sono inammissibili e incomprensibili, specialmente quando si tratta della sicurezza di una persona e di un’intera comunità».

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«In qualità di vittima – conclude Marta la sua lettera – è stato destabilizzante e sconfortante ricevere questa notizia. Il peso psicologico che ne deriva è immane e grava su un percorso lungo, difficile, faticoso e costoso, volto al recupero di un normale stile di vita dopo l’episodio di violenza subìto. Tale recupero viene ulteriormente complicato e ostacolato da situazioni come questa, e la percezione che ne deriva è di una scarsa attenzione alle esigenze di sicurezza della vittima da parte degli uffici preposti, nonostante l’esistenza di una sentenza di secondo grado che ha confermato la pericolosità del ragazzo, già dichiarata nella sentenza di primo grado».

La realtà è che lo Stato italiano e i suoi magistrati applicano la legge solo nei rari casi in cui la vittima è un immigrato. Tutte le volte che le vittime sono italiane e i carnefici no, allora la legge non viene applicata.

E non c’entra l’errore burocratico. Già la condanna a pochi anni di carcere è ridicola. E’ vero che Marta non è morta, rispetto all’africano Willy, ma è anche vero che lei è stata accoltellata 23 volte, mentre il Monteiro morì per una botta durante una rissa.

In pratica, l’accoltellatore di Marta è stato graziato dalla sua incapacità di ucciderla, non certo dalla sua mancanza di volontà di farlo.

E Marta è solo uno dei tanti casi.




2 pensieri su “Marta accoltellata 23 volte ma l’immigrato è libero: giudici applicano la legge solo contro italiani”

  1. La violenza non ha colore ma in questo caso, come tutti gli altri, in cui la vittima è italiana la legge non è applicata o solo parzialmente. I sinistrati dicevano di Berlusconi che aveva fatto leggi “ad persona”, invece I sinistrati hanno applicato leggi “ad etnicum o diversamente religiosi”. Perdonatemi, ma il latino, a parte i nomi botanici, non lo so.

  2. “Questo non è normale”
    Non è normale il deleterio personaggio che regge nelle mani la carta che ha imbrattato.Speriamo che sia l’ultimo libro che scrive.
    Poi parliamoci chiaro Vox,mettere certe fotografie di persone equivoche mi fa correre al cesso.Evitate per piacere.
    Grazie.,

I commenti sono chiusi.