Migranti rivendicano gli stupri: “Non potete più difendere vostre donne”

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Riguardo gli stupri etnici che ormai stanno riportando l’Italia all’epoca delle Marocchinate, a partire dagli stupri di massa di Colonia – quelli che, secondo i galoppini di Boldrini, non erano mai avvenuti – uno studio dello storico Jörg Baberowski, presentato in un documentario con ricerche fatte sul campo comprese ‘interviste’ con alcuni dei responsabili, rivela la verità dietro quegli attacchi di massa.

La conclusione è agghiacciante, ma non sorprendente. Almeno per chi legge Vox: gli stupri etnici di Colonia sono stati una forma di colonizzazione.

Erano organizzati, e avevano un chiaro messaggio: “Non potete difendere le vostre donne, perché siete paralizzati dall’antirazzismo”.

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Secondo lo studioso dell’università Humboldt di Berlino, i profughi islamici, vedendo la sostanziale impunità a seguito degli stupri, quando a casa loro sarebbero stati uccisi dai padri delle donne violentate, hanno interpretato il tutto come “debolezza dell’Europa” e un sostanziale via libera allo stupro di massa.

Il documentario è andato in onda sulla Western Germany Broadcaster (WDR), tv di Berlino.

Il fenomeno andato in scena a Colonia, e poi in tante città europee durante concentrazioni di massa come il Capodanno, è noto nel mondo arabo nordafricano come Tarrarush Gamea: un gruppo di maschi circonda una o più donne e inizia la molestia di massa che può sfociare in stupro completo di gruppo o ‘limitarsi’ alla violenza sessuale.




5 pensieri su “Migranti rivendicano gli stupri: “Non potete più difendere vostre donne””

  1. L’antirazzismo è parte di una sozza melassa volta a coprire la viltà dei nostri tempi.
    Nel Medioevo in Sicilia,una guardia angioina molestando la moglie di un nobiluomo che fece scoccare la scintilla per i Vespri Siciliani.

    Allora magari l’invasore era bianco e si confondeva con la popolazione siciliana a tal punto che per riconoscerli veniva fatta una prova di fonetica.

    Ciò significa che “tolleanza” non vuol dire “accettazione” e se “l’ospite” ,soprattutto se meno gradito, adotta comportamenti sgraditi o deprecabili nei confronti dell’indigeno ogni reazione diviene lecita.

  2. Non è che non possiamo è che non vogliamo perché lasciare che facciano i loro comodi è immensamente preferibile al passare per razzisti. Obiettivo del lavaggio del cervello raggiunto. Sono stati bravi, bisogna ammetterlo.

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