La conclusione è agghiacciante, ma non sorprendente. Almeno per chi legge Vox: gli stupri etnici di Colonia sono stati una forma di colonizzazione.
Erano organizzati, e avevano un chiaro messaggio: “Non potete difendere le vostre donne, perché siete paralizzati dall’antirazzismo”.
Secondo lo studioso dell’università Humboldt di Berlino, i profughi islamici, vedendo la sostanziale impunità a seguito degli stupri, quando a casa loro sarebbero stati uccisi dai padri delle donne violentate, hanno interpretato il tutto come “debolezza dell’Europa” e un sostanziale via libera allo stupro di massa.
Il documentario è andato in onda sulla Western Germany Broadcaster (WDR), tv di Berlino.
Il fenomeno andato in scena a Colonia, e poi in tante città europee durante concentrazioni di massa come il Capodanno, è noto nel mondo arabo nordafricano come Tarrarush Gamea: un gruppo di maschi circonda una o più donne e inizia la molestia di massa che può sfociare in stupro completo di gruppo o ‘limitarsi’ alla violenza sessuale.
L’antirazzismo è parte di una sozza melassa volta a coprire la viltà dei nostri tempi.
Nel Medioevo in Sicilia,una guardia angioina molestando la moglie di un nobiluomo che fece scoccare la scintilla per i Vespri Siciliani.
Allora magari l’invasore era bianco e si confondeva con la popolazione siciliana a tal punto che per riconoscerli veniva fatta una prova di fonetica.
Ciò significa che “tolleanza” non vuol dire “accettazione” e se “l’ospite” ,soprattutto se meno gradito, adotta comportamenti sgraditi o deprecabili nei confronti dell’indigeno ogni reazione diviene lecita.
Non è che non possiamo è che non vogliamo perché lasciare che facciano i loro comodi è immensamente preferibile al passare per razzisti. Obiettivo del lavaggio del cervello raggiunto. Sono stati bravi, bisogna ammetterlo.