Nigeriano che ha ucciso uomo a martellate viveva in chiesa: sbarcato in Italia da Malta per chiedere asilo

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Del 56enne cinese ucciso a martellate da un nigeriano nel suo negozio non parla nessun tg e nessun media. Perché alla sinistra gli immigrati interessano solo come strumento di propaganda. Altrimenti, fossero sinceramente dispiaciuti quando ne muore uno, parlerebbero anche di questo. Ma questo l’ha ammazzato un nigeriano.

L’assassino si chiama Robert Omo, 24 anni, nigeriano senza fissa dimora. Di lui non abbiamo fotografie. La dinamica con cui ha ucciso Luigi e ridotto in fin di vita Tsankov Krasimir Petrov, 49 anni, giardiniere, è agghiacciante.

Al che viene una domanda: cosa ci fanno un cinese, un nigeriano e un bulgaro in un territorio col 50 per cento di disoccupazione giovanile?

Il giorno prima, il nigeriano aveva picchiato un operatore della Caritas che lo ospita: un mancato rispetto della fila e un rimprovero che Robert Omo aveva preso come un grave affronto.

Sabato mattina l’irruzione nel negozio. Il nigeriano ha preso due martelli e colpito alla testa prima Petrov, che era entrato nel negozio per acquistare dei prodotti per la sua attività di giardiniere. A quel punto avrebbe massacrato il commerciante cinese: i giornali locali riferiscono di immagini raccapriccianti con Robert Omo che infierisce a martellate sui due corpi inermi.

Immagini che non ci faranno mai vedere.

Due mesi fa Irpinia News ha scoperto che Robert Omo dormiva sotto i portici di una chiesa a Torrette di Mercogliano. Da tempo il nigeriano viveva davanti al portone della chiesa. Il parroco e alcuni fedeli gli portavano il cibo.

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Assassini. Dietro un immigrato che uccide ci sono sempre degli accoglioni che gli permettono di restare in Italia.

Tutti nella zona sapevano della sua presenza. Il richiedente asilo arrivò ad Avellino alcuni mesi fa dopo essersi fermato a Malta. E’ stato in passato ospitato alla Caritas ma poi era tornato in strada.

Sarebbe potuta essere una strage, come fu per Kabobo a Milano qualche anno fa, a detta dei testimoni. Il 24enne si è infatti scagliato contro una donna e la sua bambina: a quel punto provvidenzialmente sono intervenuti gli addetti di un’autofficina che hanno neutralizzato l’aggressore.

Robert Omo, detenuto nella casa circondariale di Bellizzi Irpino, è accusato di omicidio aggravato e tentato omicidio. Durante l’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Robert non ricorda l’accaduto, è completamente dissociato” ha detto l’avvocato difensore Nicola D’Archi, che valuterà se chiedere una perizia psichiatrica.

Sono tutti pazzi. Poi, i nigeriani scendono in piazza quando uno di loro, molesto, ci rimane stecchito.

“E’ in uno stato confusionale e non ricorda quanto accaduto – ha precisato all’esterno del penitenziario avellinese l’avvocato D’Archi -. Parliamo di una vicenda grave e non neghiamo i fatti, tuttavia vogliamo capire lo status in cui Robert ha agito. Le problematiche del giovane erano note a tutti a Mercogliano e Monteforte. Aveva chiesto aiuto alla Caritas e gli era stato prescritto un farmaco per contenere i suoi impulsi, ma non essendo in regola non è stato possibile rilasciarglielo”.

Quindi Caritas sapeva che era pericoloso. Quando, questa associazione verrà sciolta e chiamata a rendere conto delle proprie gravi responsabilità? Quanti altri morti?