L’islamico sbarcato in Italia con 2 mogli e 10 figli: 200mila euro in sussidi

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E questo era prima dell’arrivo dell’Assegno unico per gli immigrati che figliano.

Pur di fare business umiliano la nostra religione e quello in cui dicono di credere. Ma forse hanno proprio cambiato religione: il loro nuovo dio è il migrante. Il feticcio da adorare in una sorta di anti-cristianesimo masochista dove Sodoma è tale perché non ha accolto abbastanza.

Sì, perché il signor Khaled, anni 45, proveniente da Damasco, ex operatore meccanico esperto in pozzi idraulici di pompaggio, era, ed è, ufficialmente poligamo (due mogli), come prevede la religione islamica.

Era arrivato a Casa Suraya, centro d’accoglienza vicino Milano, ospitato in un istituto religioso delle suore della Riparazione, con Alya e Samiah, 35 e 30 anni, la moglie “grande” e la moglie “piccola”, e i loro otto figli, dai 12 ai 3 anni.

Hanno passato mesi che vivono nel centro di accoglienza. E per i ‘volontari’ e le suore non è stato un problema. Anzi, più sono, più incassano.

Al loro arrivo, nessuno commentò la presenza delle due mogli, i volontari della Caritas si limitarono a cercare due stanze per le signore con i rispettivi quattro figli a testa. “Serviranno due camere lontane, pensammo, per non avere problemi” , racconta oggi Ahamed Aldayeb, mediatore culturale. E invece non furono necessarie due stanze lontane, perché tutto è andato bene.

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E oggi che Khaled è partito con tutta la sua tribù, le prime ad essere tristi sono le suore. “Certo, è stata una cosa molto nuova per noi, anche se in questi anni abbiamo ospitato migliaia di persone e di famiglie scappate dalla guerra, un bigamo non ci era mai capitato – racconta il somalo mediatore Aldayeb – Io sono musulmano e queste cose le conosco, ma la struttura e la cooperativa “Farsi prossimo” che la gestisce sono realtà cattoliche, che non prevedono la bigamia”.

Ma non finisce qui la storia di Khaled. Passati infatti quattro anni, lui vive ancora in Italia, raggiunto da altre migliaia di immigrati. Gli ultimi:

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A spese dei contribuenti. Quanto? Facile. Probabilmente ci sono costati 200mila euro come un’altra famiglia poligamica di ‘profughi’:

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Mohamed, Walid, Ragmad, Sulinam, Louai, Kousai, Laila, Qamar-Alsamr. Sono i nomi dei figli (cinque maschi e tre femmine) di Khaled Alkhaed e delle sue 2 mogli, da gennaio di quest’anno vivono ad Agnone con il progetto Sprar: profughi a spese degli italiani.

Un’altra moglie e due figli sono in Siria, mentre un’altra figlia vive in Finlandia.

Khaled racconta di essere fuggito dai bombardamenti su Damasco, città dove è nato e risiedeva, che nel 2017 lo hanno spinto a venire in Italia. A noi risulta che a Damasco non ci fossero tutti questi bombardamenti. Khaled è il solito imboscato che ha portato il clan a farsi mantenere in Europa. Lasciando la terza moglie con gli altri 2 figli in Siria. Sotto le bombe che non ci sono più.

Bari, Milano, Rocca di Papa e infine l’alto Molise dove è approdato agli inizi di gennaio con gli otto figli di età compresa tra i 14 e i 3 anni e le due mogli, Alia e Samiha, rispettivamente di 33 e 31 anni.

“Nemmeno messo piede in Agnone e voleva andar via – confessa Saverio La Gamba, responsabile del progetto Sprar di Agnone -. Ricordo ancora quel giorno con oltre un metro di neve e i volti impauriti di quei bambini. Per convincerlo a restare è stato necessario l’intervento delle due compagne e una lunga intermediazione, ma oggi sembra contento di quella scelta fatta”. E ci crediamo: lui gli altri 10 mangiano e bevono da 2 anni alla faccia degli italiani.

La guerra in Siria è finita. Khaled può tornare a Damasco, dove è finita ormai oltre due anni fa. Con le sue 2 moglie e gli 8 figli.

Perché mentre ci sono italiani che vivono in auto, la famiglia poligamica Alkhaed vive in due appartamenti.

Ma non basta. Li portano anche nelle scuola a propagandare la poligamia:

Le due donne, l’8 marzo, insieme al marito, hanno raccontato la loro storia davanti gli studenti degli istituti superiori di Agnone. Femminismo 2.0!

E’ assurdo che i contribuenti italiani debbano mantenere una famiglia poligamica islamica. E’ ancora più assurdo che i responsabili dello SPRAR – che dipende dal Ministero dell’Interno – portino le due mogli di Khaled a propagandare la poligamia nelle scuole.