SONO NATI, CRESCIUTI IN ITALIA E IL PD LI VUOLE ITALIANI: “SIAMO QUI PER UCCIDERE I VOSTRI FIGLI”

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In Italia è emergenza figli degli immigrati. Si sta riproponendo quanto avvenuto nelle banlieus parigine. E non sono solo le grandi città del nord ad essere sotto assedio.

Prendiamo il drammatico caso di Ancona, con i ragazzini italiani chiusi in casa, con gli stessi genitori minacciati da quelli che vengono definiti ‘bulli’ ma che, in realtà, sono solo delinquenti importati dall’estero con i famigerati ricongiungimenti familiari:

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Ovviamente, che si tratta di figli di immigrati, nati o cresciuti in Italia, quelli che ai diciotto anni già diventano ‘italiani’ con questa legge, e che il Pd vorrebbe lo divenissero automaticamente, lo si apprende solo grazie alle foto di sfida che loro stessi pubblicano:

Perché i media ci tengono a nascondere questa verità.

 Primo, non chiamiamoli bulli. Non lo sono quegli adolescenti da strapazzo che nelle Marche scatenano il panico fra i coetanei mentre entrano a scuola o nei luoghi di ritrovo, strappando di mano cellulari, estorcendo denaro o mandando all’ospedale il malcapitato di turno. Non sono bulli nemmeno quei gruppi di gioventù bruciata che spavaldamente organizzano sassaiole contro le vetrine dei negozi di Ancona, minacciano gli autisti degli autobus che tentano di far rispettare le regole o lanciano avvertimenti mafiosi ai genitori che difendono i propri figli. E non sono bulli quelli che da dopo il lockdown Covid hanno cominciato a spuntare come funghi, arroganti e violenti, prepotenti, aggressivi, senza paura: a Pesaro come a Fermo, a Macerata come ad Ascoli. Sfidano la legge e le forze dell’ordine, non si fermano nemmeno davanti a una divisa.
L’identikit
La cronaca quotidiana racconta storie da far gelare il sangue nelle vene, tremano madri e padri con ragazzi tra la scuola media e le superiori. È questa infatti la fascia di età presa di mira da orde di giovani molto più delinquenti che bulli, influencer di violenza da mostrare con orgoglio sui social come fosse un trofeo, una medaglia da appendere alla felpa col dito medio alzato mentre un cellulare immortala l’attimo fuggente di una aggressività fuori controllo. L’identikit li accomuna: hanno tra i 15 ed i 17 anni, vestiti uguali – sneakers, cappellini, jeans strappati – e con la stessa spocchia, ma di etnie diverse: per la maggior parte infatti sono i cosiddetti italiani di seconda generazione, nati e cresciuti nelle Marche da genitori stranieri. Si vedono nelle foto che girano in questi giorni, immortalati nel compiere soddisfatti l’ennesimo reato. Altro che bullismo. Difficile girarsi dall’altra parte e fare finta che sia soltanto l’effetto temporaneo del disagio causato dalla pandemia. Andiamolo raccontare a Patrizia, mamma coraggio di Ancona che deve accompagnare tutti i giorni il figlio 17enne a scuola dopo la terza aggressione subita in piazza Ugo Bassi.

Le storie choc
Proviamo a spiegarlo ai genitori di Chiara (nome di fantasia) selvaggiamente aggredita da un fantomatico bullo in pieno centro ad Ancona: ha rimediato una testata che l’ha spedita nel reparto Maxillofacciale di Torrette. Spieghiamolo anche alla famiglia pesarese che ha ritrovato su Tik Tok il video del figlio minacciato da un coetaneo mentre gli brandiva un coltello davanti al volto. Se si è fortunati, passata la paura si ritorna a vivere. In caso contrario succede come ad Angelica (altro nome di fantasia) e al suo fidanzato, oggi maggiorenni, che dal 2019 non sanno più cos’è la libertà. Sono stati presi a calci, pugni, bottigliate, durante una Notte Bianca e senza motivo apparente: la ragazza è finita all’ospedale con i polsi rotti. «Mia figlia è rimasta zoppa, dovrà operarsi di nuovo al ginocchio – racconta la mamma disperata- . Il fidanzato per lo stress accumulato ha perso i capelli, entrambi vanno da uno psicologo. Hanno dovuto lasciare Ancona, qua non ci metteranno più piede, hanno paura». La beffa delle beffe: qualche giorno fa si sarebbe dovuta celebrare la prima udienza del processo a carico di tre di loro (due napoletani e un tunisino) ma il processo è stato rinviato per un caso di Covid. «Mentre loro aspettano il giudizio organizzando il Capodanno in discoteca, mia figlia vive da reclusa». Altro che bullismo. Nelle Marche, secondo il report del ministero di giustizia, i centri di prima accoglienza per minori ha accolto nel 2020 il 50% di ragazzi italiani, il 25% era di origine marocchina e per il 25% croata. I delitti più frequenti commessi: furti (60%) e rapina (40%). I collocamenti nelle comunità private di minori e giovani adulti riguardano invece il 63% italiani, per l’11% cittadini del Marocco, del Congo (4%) e della Tunisia (4%). In questo caso i reati spaziano dalla rapina (20%) al furto (18%), dalle estorsioni (12%) alle lesioni personali (11%), agli atti persecutori (8%). Tra gli italiani, ovviamente ci sono anche i giovanissimi che parlano in slang marchigiano, nati e vissuti in regione ma con genitori stranieri. La misura principe nei procedimenti minorili è la messa alla prova, dove l’indagato sostiene un percorso educativo. Funziona? Secondo i dati marchigiani, no. In un caso su quattro infatti questo provvedimento ha dato esito negativo.

Insomma, la sintesi è che i figli degli immigrati stanno distruggendo la nostra società. Alla luce di tutto questo, poi, spunta il Pd che ha al primo punto del suo programma lo ius soli e la moltiplicazione degli ingressi: dobbiamo invece abrogare i ricongiungimenti familiari. O la nostra Italia non sarà più nostra.




3 pensieri su “SONO NATI, CRESCIUTI IN ITALIA E IL PD LI VUOLE ITALIANI: “SIAMO QUI PER UCCIDERE I VOSTRI FIGLI””

  1. Il mio parere è che le grandi, ma anche le medie città come questa, e tante altri capoluoghi lombardi, siano perse.
    Puoi stare ancora chiuso in casa, esci per andare al lavoro e fare la spesa, se la tua vita è questa, forse non li incontrerai, ancora. Forse.
    Ma se vuoi Vivere, queste città, e non parliamo neanche delle metropoli, ormai te le devi dimenticare. Chi ha un po’ di denaro, e la possibilità, prenda la residenza nei paesini. Gli immigrati sono molti meno, ci sono, per carità, a volte anche in questi ci sono piccoli bastardelli che crescono rapidamente, ma il lato positivo è che hanno poca attrattiva.
    E’ più facile le bande si aggirino nel mare dove sanno troveranno pesci tonti da prendere all’amo, e da spellare, che in un paesino dove c’è meno divertimento, o quello che loro considerano tale, e poi, in paese molti hanno un’arma in casa, per la caccia o per sport, mentre è cosa rara in città. Loro non ti diranno mai che hanno paura. Però un ragionamento basico lo sanno fare, e capiscono, il più delle volte, che non vale la pena rischiare, se possono andare a colpo sicuro lasciando in mutande un debole abitante di città.

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