Clandestino si finge minorenne e lo Stato gli regala 18mila euro

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Con i documenti di identità contraffatti uno straniero 22enne risultava 16enne e per molti mesi è stato ospite gratis in un centro di accoglienza a Battipaglia. Il truffatore è stato denunciato a piede libero dai carabinieri ed oggi è stato espulso dall’Italia. Il ragazzo ha 22 anni ma sui documenti di riconoscimento contraffati risultava essere minorenne, nato nel 2006. Data di nascita falsa per evitare l’espulsione e ottenere tante agevolazioni. La truffa è stata scoperta dai carabinieri di Battipaglia e dai colleghi del Racis di Roma che tramite le impronte del ragazzo hanno appurato che ha 22 anni e non 16. Intanto, il Comune di Battipaglia ha sborsato 18.000 euro per far alloggiare lo straniero nel centro di accoglienza e forse l’Ente non riuscirà mai più a recuperare il denaro speso. Nel frattempo, lo straniero maggiorenne, per molto tempo, con l’escamotage della data di nascita contraffatta è riuscito ad evitare l’espulsione ma oggi, scortato dai carabinieri, ha lasciato l’Italia.

Come se, invece, fosse normale sborsare 18mila euro per mantenere un clandestino che i genitori hanno messo su un barcone perché gli italiani lo mantengano.

Voi contribuenti state mantenendo un esercito di figli di immigrati. Migliaia di ragazzini che stanno inviando perché sanno dell’esistenza di una legge voluta dal Pd, la famigerata Zampa, che impone il mantenimento dei presunti minori fino alla maggiore età e ne vieta il ritorno a casa.

Non sorprende che spinti dalla fame di soldi li carichino sui barconi e sui bus in arrivo via nave dall’Albania.

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Coste italiane prese letteralmente d’assalto da cittadini stranieri (a volte in viaggio su navi Ong, altre a bordo di imbarcazioni di fortuna), decisi a raggiungere il nostro Paese con la convinzione di trovare delle condizioni di vita a loro più favorevoli. Di recente, stando alle ultime informazioni raccolte anche dalle stesse strutture d’accoglienza, si sta assistendo ad un autentico boom di extracomunitari minorenni, o presunti tali.

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A spiegare il fenomeno ai microfoni di Agi è il consigliere delegato alle politiche sociali del Comune di Genova Mario Baroni, che parla di un costante arrivo di “migranti” minorenni. A spingere i giovanissimi a lasciare il loro Paese d’origine ed a partire alla volta dell’Italia, sarebbero, pare, i social network. “Attualmente abbiamo 327 minori stranieri non accompagnati presi in carico, un numero enorme rispetto al passato. Alcuni sono in comunità, altri in albergo”, ha dichiarato Baroni. “Qui a Genova abbiamo 183 posti, tutti pieni a oggi, che ovviamente non sono sufficienti. Un’ottantina di minori è attualmente in albergo e stiamo studiando un piano d’intervento per far fronte a questa situazione”, ha aggiunto.

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Molti degli stranieri, stando a quanto dichiarato dalle autorità preposte, arrivano da Egitto, Tunisia, Albania, Somalia, Congo, Siria ed Afghanistan. Al momento i ragazzi alloggiano in alcune strutture alberghiere, in attesa di una migliore sistemazione. Il Ceis (Centro solidarietà Genova onlus) si trova in prima linea nell’accoglienza ai minori, come spiegato dal presidente Enrico Costa, che conferma il costante aumento del numero di giovani in arrivo. “Fino a qualche anno fa avevamo più a che fare con l’emergenza del profugo che scappa dalla guerra, da una tragedia, dalla violenza politica o religiosa della sua terra natia”, ha dichiarato Costa. “Oggi ci interfacciamo più spesso con quello che cinicamente viene chiamato ‘migrante economico’”, ha aggiunto.

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Ma da cosa dipende tutto ciò? Secondo Costa ad influire molto sarebbero i social network: “La costante diffusione in tempo reale d’immagini di ricchezza e opportunità di altri Paesi come l’Italia, la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, ma anche la possibilità di comunicare con chi è già partito, ha infuso a molti ragazzi, specie negli ultimi 5 anni, la giusta dose di coraggio per lasciare tutto e partire”. È il passaparola a far avviare il processo. Le persone interessate a partire adesso sanno dove andare e come andarci, hanno contatti ed una vera e propria rete di accoglienza a cui rivolgersi, prima ancora di cercare i canali istituzionali.

Il fenomeno sta coinvolgendo sempre più giovani, se non addirittura minori o dichiarati tali. Secondo Costa, “su 1000 che arrivano, oggi il 20% sono minori”. Si parla di 12enni, 13enni, pronti a lasciare tutto e partire alla volta dell’Europa.

Per rispondere a questa emergenza, il Ceis ha messo a disposizione diverse strutture a Genova, una di queste è il centro Galata, che ospita 20 ragazzi. Qui i giovani conducono una vita relativamente normale, e sono costantemente assistiti. A parlare di loro è il responsabile del centro Roberto Buzzi, che ad Agi racconta come i ragazzi abbiano già affrontato molte difficoltà malgrado la loro età anagrafica: “Parliamo di viaggi che durano sei-sette mesi: quando arrivano qui, questi ragazzini sono esausti. Noi siamo comunità di seconda accoglienza, quindi prima passano attraverso altre strutture che rappresentano una ‘prima linea sul fronte’. Una volta da noi, comincia il vero percorso d’integrazione e costruzione del loro futuro”. Fra le attività proposte ai ragazzi, anche la scuola, per poter acquisire sicurezza e consapevolezza. Molti, infatti, non solo non conoscono l’italiano, ma sono analfabeti. Il loro unico desiderio è quello di trovare un lavoro.

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I ragazzi, spiega Buzzi, provengono da famiglie povere, alcuni hanno traumi sociali alle spalle. Ad avere maggiori difficoltà sarebbero i giovani tunisini, che hanno “problematicità comportamentali maggiori: sono più riottosi, sfuggono al legame, è qualcosa che va oltre l’aggressività dell’adolescente. Chi accoglie non viene visto da loro come il referente con cui creare una relazione, ma uno sconosciuto qualunque di passaggio da un luogo ad un altro”.

Il presidente Enrico Costa si è detto preoccupato per il destino di questi ragazzi, che spesso ragionano solo in termini economici. Non hanno un sogno. Desiderano solo guadagnare denaro da inviare poi a casa. “Anche se tredicenni, hanno una fortissima fame di soldi: vogliono mandare denaro a casa, anche perché spesso i genitori li hanno spinti, o costretti, a partire proprio per questo”, ha spiegato Costa. “Se si mischia questa fame all’ostacolo della incomunicabilità iniziale, il giovane viene naturalmente spinto tra le braccia di qualcosa di più comodo e veloce come l’illegalità: spaccio e piccola criminalità rappresentano l’Eldorado su cui mangiare e un regalo, purtroppo, per le associazioni criminali”, ha aggiunto.

Vengono qui a prendersi le spoglie della nostra civiltà. Sono i nuovi barbari. E più sono giovani, peggio è. Hanno fame di carne bianca. Non lo avete ancora capito?

E voi, come cuckold, li mantenete anche. A queste cifre:

Costretti a mantenere i clandestini ‘minorenni’: ognuno costa 90 euro al giorno – VIDEO

Ecco quanti sono:

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