A Genova i figli di immigrati stuprano ovunque: sulle spiagge e nei centri di accoglienza

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L’ultima aggressione, in ordine di tempo, è avvenuta lo scorso fine settimana in corso Italia, davanti ai Bagni San Nazaro. La vittima, una ragazza tredicenne che ha cercato di respingere con tutte le proprie forze il tentativo di stupro da parte di un gruppo di profughi. È l’ennesimo episodio di una lunga serie di violenze sessuali subite soprattutto da minori su tutto il territorio nazionale e che, purtroppo, non ha risparmiato anche la città di Genova. Una tendenza sempre più diffusa che nemmeno gli interventi e i controlli serrati delle forze dell’ordine sono riusciti a contenere.

Sull’escalation di episodi è intervenuta anche la responsabile del Dipartimento Regionale delle Pari Opportunità (Lega), Elisabetta Franzoia, già impegnata nella difficile battaglia per combattere i femminicidi: oltre a stigmatizzare la gravità degli accaduti, invoca l’intervento delle istituzioni ad effettuare controlli ancora più mirati. «Gli episodi di violenza sono ormai all’ordine del giorno e, nonostante gli appelli affinché i monitoraggi aumentino, la situazione sembra addirittura peggiorare – spiega Elisabetta Franzoia -. Incrementare la sicurezza può essere una soluzione così come l’insegnamento del rispetto del ruolo della donna».

L’aggressione sessuale subita nei giorni scorsi dalla tredicenne è la seconda in poche settimane. All’inizio di luglio si era verificato un episodio analogo nella zona di Quinto. In quel caso sempre tre egiziani avevano cercato di abusare sessualmente sulla spiaggia dello Scalo di due ragazzine di quindici anni che si trovavano al mare. Entrambe erano state bloccate, gettate contro lo scoglio e palpeggiate nelle parti intime. Dopo aver abusato sessualmente delle due studentesse, entrambe residenti nella zona, i tre giovani erano fuggiti a bordo di un autobus di linea. Ma erano stati poi seguiti e bloccati all’altezza del monumento di Quarto dal padre di una delle due vittime che, allertato con il telefonino dalla figlia, era salito a bordo del suo scooter e aveva intercettato i tre sul mezzo pubblico. Successivamente sono stati denunciati per il reato di violenza sessuale aggravata. Ma non è finita: sabato è scattata un’altra denuncia di una sedicenne ospite di una struttura di accoglienza che avrebbe subito un tentativo di violenza da parte di quattro minori nordafricani non accompagnati. Lo stupro, secondo le informazioni raccolte, si sarebbe consumato fuori dalla residenza. «Oggi più che mai è importante che chi ha subito violenza riceva assistenza nel tempo – aggiunge Franzoia -. Sarebbe fondamentale avviare dei percorsi psicologici che comprendano anche un supporto pratico per le giovani vittime, in molti casi purtroppo minorenni. Chi ha subito violenze si porta spesso dietro oltre che danni fisici anche mentali dovuti al trauma causato».

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La responsabile del Dipartimento regionale delle Pari Opportunità si domanda anche come siano gestiti i centri di accoglienza che ospitano i tanti profughi finiti nel mirino delle forze dell’ordine. «Le strutture sono considerate soltanto come fossero dormitori? – si chiede Franzoia -. Chi ha la responsabilità della gestione ha anche la funzione di educare e integrare gli ospiti delle strutture oppure si deve occupare solamente dell’ospitalità? La mancanza di gestione e controllo di minori causa situazioni che di frequente sfuggono al controllo, come accaduto in queste ultime settimane. E le forze dell’ordine molto spesso hanno le mani legate».

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