Vive nel lusso ma prende Rdc come 400mila immigrati

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Ma il vero problema non sono le migliaia che lo prendono irregolarmente, sono gli oltre 400mila che lo prendono regolarmene: a loro il Reddito viene concesso se sono residenti da soli 10 anni in Italia, di cui gli ultimi 2 in maniera continuativa.

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Vive in uno dei quartieri più lussuosi di Genova, Albaro, veste griffato, frequenta locali costosi, quando può sale sullo yacht di amici, ma ha chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza.

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Lo hanno rivelato i carabinieri della Compagnia di Genova – San Martino che dopo una serie di controlli hanno denunciato in stato di libertà 60 immigrati e cittadini italiani residenti a Genova e provincia, per indebita percezione del Reddito di Cittadinanza e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Le indagini, sviluppatesi attraverso l’incrocio dei dati delle Banche Dati in uso alle Forze di Polizia, attività di osservazione, pedinamento e monitoraggio dei profili social, hanno consentito di accertare numerose irregolarità. In particolare sono emerse le “modalità elusive” più ricorrenti: residenze fittizie, composizioni dei nuclei familiari modificate, mancata comunicazione della sottoposizione ad una misura cautelare, l’omissione dei redditi percepiti e la falsa attestazione di aver risieduto nel territorio italiano.

Inoltre, dal monitoraggio della rete internet e dei social network, è stato possibile individuare il profilo pubblico di uno degli indagati, una donna 40enne, residente in un appartamento del noto quartiere genovese di Albaro e beneficiaria di un sussidio mensile di 500 euro, il cui elevato tenore di vita – testimoniato dalla disponibilità di borse ed abiti griffati, auto di lusso nonché dalla frequentazione di locali della movida genovese, costosi ristoranti e yacht – è risultato assolutamente incompatibile con la fruizione della misura di welfare a sostegno delle fasce più indigenti della popolazione. Sono stati tutti segnalati all’Inps per l’immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, e sono state avviate le necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito, che si stima si aggiri complessivamente sui 350.000 euro.