Poliziotti e militari si lasciano sputare in faccia dagli africani che sbarcano

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Ogni giorno militari e poliziotti permettono e facilitano lo sbarco di centinaia di clandestini. E poi si fanno sputare in faccia. Ma continuano a farli sbarcare. Da anni.

A Milano, nel 2014, una giovane africana offende il poliziotto che partecipa allo sgombero dei soliti immigrati abusivi: “Fai schifo, servo del potere”. Perfettamente integrata nell’humus dei centri sociali.

Il poliziotto stava, in questo caso, difendendo il diritto di chi non ha la violenza dalla sua parte per occupare una casa popolare. Possibilmente una famiglia italiana. E rimane in attesa, mentre gli immigrati la occupano, aiutati dai delinquenti dei centri sociali: tutti figli di papà con la casetta in centro. Che hanno studiato, ma non hanno capito nulla.

Avevano invece capito tutto i padri della Patria che, secondo i canoni mediatici odierni, sarebbero dei ‘razzisti’. O forse, più semplicemente, sono i canoni mediatici odierni ad essere stati pervertiti, con la sovversione della natura, piegata ad un manipolo di fanatici ai propri loschi interessi economici ed elettorali. Creare un nuovo elettorato e un esercito di riserva dal quale attingere all’infinito.

Perché i patrioti del Risorgimento sapevano che doveva essere fatta l’Italia, ma che gli italiani, in quanto popolo, c’erano già. L’etnia italiana, fatta di sangue e cultura, c’ere da secoli. Dall’epoca di Augusto. Le andava dato uno Stato.

Il luogo dove erano nati li aveva plasmati, nei millenni. Non sei medico solo perché nasci in ospedale.

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Per Mazzini, vale una concezione della nazione imperniata su di “una appartenenza ascrittiva (oggettiva, che prescinde dalla scelta del singolo individuo); l’essenza biologica che connota l’appartenenza ad una stessa comunità (la medesima fisionomia); i caratteri culturali (la lingua) e naturali (il suolo) che le sono propri”. Con termini moderni: sangue, lingua e terra fanno una nazionale. Non il casuale luogo dove nasci.

E non è solo Mazzini.

Da Manzoni (“una [l’Italia] d’arme, di lingua, d’altare /Di memorie, di sangue e di cor”), a Gioberti (“v’ha bensì un’Italia e una stirpe italiana congiunta di sangue, di religione, di lingua scritta ed illustre”) fino a Francesco De Sanctis (“saremo una nazione di ventisei milioni di uomini, una di lingua, di religione, di memorie, di coltura, d’ingegno e di tipo”) e Cavour (“una [l’Italia] la rendono la stirpe, la lingua, la religione, le memorie degli strazi sopportati e le speranze dell’intiero riscatto”).

Terra. Sangue. Cultura. Sono elementi inscindibili. L’idea che li sottende non è negoziabile. Non è mutabile per legge.

Quando si discusse in parlamento le norme sulla cittadinanza, un altro patriota, Stanislao Mancini disse: “l’uomo nasce membro di una famiglia, e la nazione essendo un aggregato di famiglie, egli è cittadino di quella nazione a cui appartengono il padre suo, la sua famiglia. Il luogo dove si nasce, quello dove si ha domicilio o dimora, non hanno valore né significato. E sia lode al novello Codice, il quale ha reso omaggio a questo grande principio pronunciando essere italiano chi nasce, in qualunque luogo, da padre italiano, cioè di famiglia italiana”.

Perché ‘chi sei’ non dipende da una tua scelta. E’ una realtà oggettiva. Esattamente come l’essere maschio o femmina. Anche questo concetto sotto l’attacco dell’entropia moderna. Perché vogliono l’uomo senza identità. Il suddito perfetto.

Lo ius soli è la morte della Patria, la negazione della nostra Identità e un insulto alla memoria di chi ha lottato per la libertà e l’indipendenza dell’Italia.
 Cavour parla inequivocabilmente di STIRPE... (così come Gioberti parlava di Stirpe e Sangue)… e anche di RELIGIONE (Cristiana)
Questo come promemoria per gli islamofili (tra i più accaniti sostenitori dello IUS SOLI) e per coloro che negano le Radici Cristiane dell’Italia.
(Ovviamente con “radici cristiane” non mi riferisco alla melassa globalista post-marxista bergogliana).
Al confronto di quel Senato di Patrioti e galantuomini, chi oggi è al Quirinale è una grottesca parodia.
Oggi, Cavour e Mazzini sarebbero i primi a guidare la rivolta dei cittadini e a chiedere l’immediata uscita dall’Unione Europa. Nemico della patria. Contro chi, tra noi, è asservito allo Straniero.

E sarebbero i primi ad essere convocati dalla Commissione Segre.




4 pensieri su “Poliziotti e militari si lasciano sputare in faccia dagli africani che sbarcano”

  1. Credo che solo un ritorno della monarchia riuscirebbe a restituire all’Italia la dignità di nazione.
    C’è da dire che un ramo dei Savoia si è rovinato con le proprie mani e V.E. III ha avuto pesanti responsabilità durante la Prima e anche sulla Seconda guerra mondiale.
    Il povero Umberto II ha cercato di rimediare e ha evitato che l’Italia potesse sprofondare in una guerra civile.

    Solo un altro ramo della Dinastia rimasto integro e che subì le furie vendicative dei vincitori avrebbe il diritto alla successione al Trono.

    1. Sì infatti. È giusto che i discendenti di Vittorio Emanuele III non assumano il trono in caso di ritorno della monarchia. Ma il ramo dei Duchi d’Aosta.

      È vero che non è giusto che i discendenti paghino le colpe degli avi, però obiettivamente un Aimone come Re d’Italia è sicuramente meglio di un Emanuele Filiberto.

      1. Non volevo dire che le colpe degli avi debbano ricadere sui discendenti.
        Inaffto lo stesso Amedeo di savoia aveva da ridire sulla Legge Salica e nella sua onestà non voleva usurpare nulla ai cugini.
        Su E.Filiberto,sono d’accordo con te; sarà pure un galantuomo,ma non lo vedo adatto a ricoprire il ruolo di Sovrano come il cugino Aimone.
        Ciò non di meno,E.Filiberto non avrà incarichi secondari inquanto i cugini li vedo uniti.

        Aimone Aosta tra l’altro possiede la più altra onoreficenza tra i Cavalieri di Malta e questo conferisce maggiore influenza in area maltese.
        Oltre ad avere più peso nel Mediterraneo.
        E’ sposato con una principessa ellenica,per quanto qualcuno detesti la Grecia come paese di morti di fame,è la nazione sorella dell’Italia.
        Dalle foto ho notato gli sguardi di stima che Putin aveva verso Aimone ed il fatto che quest’ultimo abbia molta familiarità con la Russia,ne sigillerebbe i rapporti un Aimone al Trono d’Italia.

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