Il problema è che il video di questi deficienti, che fino ad ora è stato visto da poche centinaia di persone, attirerà migliaia di visualizzazioni. E loro saranno soddisfatti.
Cantano e gesticolano secondo le tradizionali movenze dei rapper agitando le braccia e indossando tshirt aggirandosi nel severo ordine delle 1.934 lapidi dove sono sepolti altrettanti soldati austroungarici caduti durante la I Guerra mondiale.
La location scelta infatti dal duo Depra ft. Senx per girare il video della loro canzone “Troie e droghe” è il cimitero austroungarico di Aurisina (Trieste). La notizia è stata diffusa dall’emittente locale TeleQuattro e dal sito cittadino Trieste Cafè.
Nel 2020 scatenò polemica il rapper africano Justin Owusu che registrò un video ballando al Sacrario di Redipuglia, fu condannato a 8 mesi ma non fu neanche rimandato in Africa. Nel frattempo sarà diventato ‘italiano’:
Il rapper al Sacrario di Redipuglia: scatta la denuncia contro africano
Nel video si vedono i due dementi aggirarsi, cantare e ballare tra le tombe, uno dei due si siede anche su una lapide continuando a intonare la canzone il cui primo verso è “troie e droghe non mi fanno stare bene”.
A segnalare l’esistenza di questo video è stato uno storico della I Guerra mondiale, Roberto Todero, il quale ha riferito di aver già chiesto al sindaco di Aurisina, Igor Gabrovec, di intervenire.
Secondo quanto è stato spiegato in un servizio di TeleQuattro, i carabinieri starebbero indagando per individuare i due rapper.
Nel cimitero di guerra di Aurisina, sono sepolti i soldati austroungarici caduti, nel corso della Grande Guerra, tra Monfalcone e il Monte Harmada.
“È più troia chi permette questo vilipendio”, scusate la volgarità, ma non sono nemmeno più sicuri i morti al cimitero.
Certo che la tolleranza a cui siamo abituati o meglio schiavizzati, nonha confini, nel senso che tutto va bene, perché è un diritto fare quello che si crede e poi succedono fatti come questi. Noi dobbiamo tollerare tutto e perfino chi dovrebbe impedire queste cose è annichilito, mentre mi viene in mente il caso di quella giornalista a Roma che fu cacciata,da un musulmano, perché seduta con un bicchiere di vino vicino alla moschea. Loro, i musulmani possono e conquistano, noi no! Non va bene!