Questa testimonianza è ancora più drammatica oggi che abbiamo a che vedere con una ripresa estiva della pandemia e il vaiolo delle scimmie. E spiega, come mai, l’Itqlia è ora a rischio anche durante l’estate, con quasi un milione di cittadini costretti alla quarantena.
“I presidi medici dei Cara non possono trattenere e sottoporre agli appositi trattamenti sanitari chi ha patologie come la tubercolosi perché si ledono i diritti..”. E i diritti degli italiani a non farsi infettare?
Avete sentito? “Emergenze che ci sono anche state”, e nessuno ce lo ha detto.
I clandestini (spesso malati) che vogliono entrare in Italia non possono essere obbligati a fare le analisi del sangue. Non solo, una volta in Italia non possono neanche essere obbligati a fare il tampone:
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I bambini (sani) che devono andare a scuola saranno invece costretti a fare obbligatoriamente i vaccini.
Vengono nell’Italia del PD perché gli altri non li vogliono:
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Non sorprende che poi:
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Le principali cause di morte tra gli immigrati arrivati in Europa sono la Tubercolosi e l’Aids. Ah che bello.
Lo rivela il rapporto sulla salute dei rifugiati e dei migranti nella regione europee stilato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e presentato oggi a Roma.

Un malato su tre tra quelli che hanno la tbc è migrante o rifugiato, su una popolazione di 1 su 10.
Il paese più interessato dalla tubercolosi è la Romania, retaggio di Ceausescu. Bizzarro che Zaia importi medici dalla Romania.
I rifugiati e i migranti in arrivo da Paesi con un’alta prevalenza di tubercolosi sono a maggior rischio di sviluppare la malattia, a seconda della condizione vissuta nel loro Paese, durante il viaggio e delle condizioni di vita e di lavoro nel Paese ospitante. Ma l’avevano già prima di partire.
Una percentuale significativa dei rifugiati e migranti affetti da Hiv acquisisce l’infezione dopo essere giunta nel Paese di destinazione. Le infezioni da virus dell’epatite B e C sono più comuni tra i rifugiati e i migranti provenienti da paesi in cui il virus è endemico. Infine, le infezioni tropicali e parassitarie, rare in nella regione europea, possono essere riscontrate tra le popolazioni migranti provenienti da aree endemiche.
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Insomma, sono risorse. E possono anche dire che il rischio di trasmissione di queste malattie alla popolazione dei Paesi ospitanti è basso, ma questo è vero solo perché ci sono pochi contatti tra noi e loro. Mentre i politici vorrebbero che ce ne fossero di più.
E poi, comunque, basta che un volontario col culo chiacchierato fraternizzi con loro in un centro d’accoglienza per poi trovarsi con un record di contagi da vaiolo delle scimmie a Milano.