ONG straniere scaricano 1.000 immigrati: Draghi prostituisce l’Italia all’Europa

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Ecco di cosa discuteva il deficiente sul treno verso Kiev. Dei porti in cui sbarcare i clandestini delle ong francesi e tedesche. E anche spagnole.

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Anche Aita Mari, la nave ong battente bandiera spagnola, ha ottenuto il porto. Le autorità italiane le hanno assegnato Augusta, in provincia di Siracusa, dove l’imbarcazione si sta dirigendo per procedere allo sbarco dei 112 migranti a bordo. La nave ha trascorso oltre una settimana ferma davanti alle coste italiana, facendo pressione sulle nostre autorità per ottenere il pos e non è stato mai ipotizzato da parte dell’equipaggio di dirigersi verso la Spagna, Paese d’origine della nave. Dopo Sea Eye 4, assegnata a Messina con i suoi quasi 500 migranti, Aita Mari sbarcherà in Italia oltre 100 migranti. Resta in mare l’altra ong tedesca, Sea Watch 4, che naviga indisturbata all’interno delle acque territoriali italiane e ora si trova a meno di 7 miglia marine al largo di Licata. A bordo ci sono oltre 300 migranti e nelle prossime ore è probabile che verrà assegnato un porto anche a questa nave, cosicché saliranno a circa 900 i migranti delle ong sbarcati in Italia in pochi giorni.

ONG spagnola scarica immigrati in Sicilia: Draghi prostituisce l’Italia

La situazione delle coste meridionali del nostro Paese è tragica e la gravità di quanto sta accadendo sembra non preoccupare il Viminale. Mentre veniva assegnato il porto di Augusta alla nave spagnola Aita Mari, 104 migranti sbarcavano autonomamente a Pozzallo a bordo di una barca a vela. L’imbarcazione è stata individuata al largo delle coste siciliane da un pattugliatore della guardia di finanza, che lo ha agganciato per scortarlo fino al porto. Sul natante c’erano quasi solo uomini e la quasi totalità di loro ha dichiarato di essere di nazionalità afghana. Presenti anche alcuni siriani e iraniani. A bordo anche 15 donne e circa 20 minori. Le forze dell’ordine hanno individuato 3 persone, che potrebbero avere svolto il ruolo di scafisti: si tratterebbe di uomini di nazionalità turca.

Non si fermano nemmeno gli sbarchi sull’isola di Lampedusa, dove da giorni l’hotspot ospita più del doppio dei migranti che potrebbe legalmente gestire. Ieri mattina sono stati trasferiti a Porto Empedocle 80 migranti con un traghetto di linea ma nel primo pomeriggio altri 32 sono sbarcati con due diverse carrette del mare sulla più grande delle isole Pelagie. Gli ultimi, in ordine di tempo, a essere soccorsi sono stati 17 migranti partiti da Gabes, in Tunisia, a bordo di una barca di 7 metri. Prima di loro, sempre la guardia costiera ha intercettato e soccorso un altro barchino alla deriva con 15 persone. Tuttii 32 sono di nazionalità tunisina. L’hotspot di Lampedusa ospita al momento 640 migranti.

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Questo fino a stamattina. Poi gli sbarchi sono ricominciati.

Ore 19,20. Un’altra barca di 5 metri, ed è la quarta che viene bloccata nel giro di poche ore, con a bordo 13 tunisini, è stata agganciata a 5 miglia dal porto di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di finanza. L’imbarcazione è partita da Sfax ieri sera.

Ore 18,47. Dieci tunisini, dopo essersi lasciati alle spalle l’hotspot di Lampedusa, sono stati imbarcati su un volo charter con destinazione Bari. Verranno collocati al Cpr da dove verranno poi espulsi. Ad accompagnare il gruppo, 35 poliziotti. Si tratta del secondo trasferimento del genere realizzato quest’oggi, in mattinata erano stati spostati altri 15 tunisini. All’hotspot di contrada Imbriacola restano, al momento, 619 ospiti, a fronte di 350 posti disponibili.

Ore 18,16. Altri 13 tunisini, a bordo di una barca di 6 metri intercettata dalla Guardia di finanza a poco meno di 2 miglia dal porto, sono giunti a Lampedusa. Ed è il terzo sbarco della giornata. Anche questo gruppo è stato portato all’hotspot e non si sono registrate, contrariamente ai due precedenti approdi, emergenze sanitarie.

Ore 13.30. Ottantotto migranti, con due diverse imbarcazioni, sono giunti a Lampedusa dove all’hotspot si trovano 616 persone. Erano, all’alba, 631, ma 15 tunisini sono stati trasferiti con un charter all’aeroporto di Bari: verranno collocati nel Cpr di Palazzo San Gervasio in attesa delle procedure di rimpatrio.

Per espellere 13 tunisini ci vogliono 35 poliziotti. Ecco perché non funzioneranno mai i rimpatri, fino a che non verranno militarizzati con aerei militari. Mica con voli charter.




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