Rissa tra femministe e trans sulle ‘donne col pene’

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La sinistra dei ‘diritti civili’ finirà in una gigantesca rissa. Dovremo solo stare a guardare e istigare i vari gruppi a pestarsi più forte.

Lo dimostra il delirante ‘dibattito’ tra femministe e travestiti che si credono donne.

A porsi il dilemma delle donne col pene è stata Michela Marzano, quella che non ha voluto fare figli perché il nonno era fascista. Marzano ha sentenziato che certo, le donne possono avere il pene, perché l’identità di genere non è legata al dato biologico. Cioè non è che se hai la vagina sei donna… E chi lo pensa, come la Rowling per esempio, fa parte della “comunità Terf”, sigla che sta per “femministe radicali trans escludenti”. In effetti sono problemi cui la gente pensa con grande intensità. In ogni caso le femministe che pensano che avere la vagina definisca una donna (ma guarda un po’ che pensiero strano!) si sono arrabbiate per quell’insulto, Terf, che la Marzano ha rivolto loro. E se la sono presa col direttore di Repubblica Molinari. ma come ti sei permesso di usare la parola Terf sul tuo giornale? Loro, affermano, non hanno nulla contro i trans ma non vogliono che le “donne col pene” abbiano accesso agli spazi riservati alle donne con la vagina.

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Insomma ecco che torna la questione dei bagni transgender, quella di cui si diceva all’inizio e che sarebbe destinata ad allontanare sempre di più la cosiddetta classe operaia da una sinistra che si perde in chiacchiere. A dare voce alle femministe che ce l’hanno con la Marzano scende in campo anche Paola Tavella che su Fb ha raccontato un aneddoto significativo. La questione dei bagni è importante, e proprio il racconto della Tavella lo dimostra. L’episodio narrato ha avuto luogo in uno stabilimento di Ostia. Anzi per l’esattezza nelle docce dello stabilimento riservate alle donne.

“Ero sola nella zona femmine che mi lavavo quando è entrata una signora con i capelli lunghi, gli occhiali da diva, il costume intero e gli zoccoli con i tacchi. La signora si è tolta il costume e ha cominciato a lavarsi i genitali ben sviluppati ma depilati, che non erano quelli di una signora. Li sollevava, li faceva roteare, li titillava, li insaponava e via così. Una pulizia accuratissima. Siccome questo tipo di spettacolo non è il mio preferito, e non avevo prestato il mio consenso, lo ho classificato per quel che era: esibizionismo e molestia sessuale, ovvero violenza maschile. Poi siccome ho una certa età e non sono impressionabile, me ne sono andata e basta. Però: fossi stata una ragazzina? O una bambina? Una nonnina? Anche solo una persona delicata di stomaco? Ma perché non vanno tutte a insaponarsi le loro povere cose nella doccia di Michela Marzano?“. Segue dibattito.

Partoriscono una sigla al giorno. Quando ne basterebbe uno, solo, per descriverli tutti: malati di mente. Il maschio bianco ha lasciato per troppo tempo che altri pensassero alle cose del mondo. E’ tempo di ri-mettere ordine.




Un pensiero su “Rissa tra femministe e trans sulle ‘donne col pene’”

  1. Siamo in un’epoca di follia, dove i matti hanno assunto il controllo.
    Penso che gli storici del futuro, se ce ne saranno, si faranno grandi risati, ma nei loro scritti, spero ancora in lingua italiana, si infiammeranno di vibrante indignazione, come gli storici sette-ottocentesche quando scrissero del basso impero decadente impero romano e bizantino.

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