Francia respinge centinaia di clandestini a Ventimiglia

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La Chiesa si lamenta perché la Francia rimanda i clandestini in Italia. Ma intanto li sollazza. Gli unici che si dovrebbero lamentare sono gli italiani, visto che molti di quelli che si presentano a Ventimiglia li scaricano le ong anche francesi.

Crescono i flussi migratori verso la Francia, secondo la Caritas, che stima in media 150 arrivi giornalieri.

La stima deriva dal numero di coloro che si presentano alla mensa per colazione e pranzo.

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Ad arrivare sono soprattutto afghani, iracheni, curdi e ivoriani.
In una lettera pubblicata sul sito della diocesi, il vescovo di Ventimiglia Antonio Suetta ricorda l’anniversario dei sette anni da quell’ 11 giugno 2015 in cui il governo francese sospese gli accordi di Schengen, ripristinando i controlli alla frontiera.
“Tale decisione – si legge – rinnovata di 6 mesi in 6 mesi, perdura e continua a produrre conseguenze molto negative, innanzitutto nei confronti delle persone migranti in viaggio, ma indirettamente anche verso”. “Al confine – dice – è sistematica la richiesta dei documenti, ma solo a chi ha la pelle scura, con il conseguente respingimento e la permanenza in città. Ma ciò in questi anni non ha fermato i migranti, li ha portati a rivolgersi a trafficanti o a rischiare la vita per evitare i controlli; purtroppo sono decine le vittime: folgorate sui tetti dei treni, cadute dalle montagne, investite sull’autostrada”.
Monsignor Suetta interviene sulle differenze di trattamento tra i profughi africani o asiatici e gli ucraini. “La decisione del Governo francese risulta ancora più ‘stridente’ – spiega – da quando è iniziata la guerra in Ucraina in quanto ai profughi ucraini è riconosciuto il diritto a muoversi all’interno dell’Unione Europea e a scegliere in quale paese rifugiarsi”.
Vescovo e Caritas auspicano che “in attesa che cambino le regole, si proceda speditamente con l’apertura di un nuovo centro di accoglienza per affrontare una situazione assai complessa per i migranti e per il territorio e per riconoscere la dignità delle persone in viaggio”.

Intanto, l’Ucraina è in Europa. Chi fugge da una guerra in Afghanistan o altro Paese asiatico e africano può benissimo trovare decine di Paesi limitrofi. Non è necessario venire a rompere le palle qui.

Senza contare che nessuna delle nazionalità indicate fugge dalla guerra. E se lo facesse, questo non è il posto dove venire. E’ come se gli ucraini andassero in Brasile.

Se poi smetteste di servire colazione e pranzo ai clandestini, magari si leverebbero dalle palle prima.