“Accoltellato da immigrati per aiutare il mio amico”

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Sedicenne accoltellato per aver difeso l’amico da immigrato

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“L’ho fatto per aiutare il mio amico\”. Poche parole pronunciate dal suo letto d’ospedale. Debole. Ma fiero di aver salvato un’altra persona rischiando la sua stessa vita. Marco, nome di fantasia, è il sedicenne che martedì pomeriggio è stato accoltellato: un fendente allo stomaco, l’altro al petto, che gli ha perforato un polmone. Aveva perso conoscenza quando è stato soccorso dagli operatori del 118 al parco Trapezio, a due passi da casa sua, nel quartiere di Rogoredo-Santa Giulia. È stato accompagnato al Policlinico in codice rosso e operato d’urgenza. Ai parenti ha spiegato di non aver mai visto prima d’allora il suo aggressore, un ragazzo salvadoregno suo coetaneo, che dopo le coltellate è scappato. I poliziotti del commissariato Mecenate guidati dal dirigente Angelo De Simone lo hanno individuato la sera al Parco Ravizza grazie alle testimonianze degli altri ragazzi presenti che non solo hanno fornito una sua descrizione ma anche indicato i suoi account social e i contenuti di una chat di gruppo. Allontanatosi senza permesso da una comunità (dove si trovava da marzo), secondo quanto ricostruito, quel pomeriggio aveva fatto capolino con fare minaccioso insieme a un altro ragazzino nel parco di quartiere pretendendo il pagamento di 20 euro da un amico di Marco. A suo dire, per una dose di marijuana mai saldata. \”Fantasie\”, per la comitiva di giovanissimi che al parco si ritrova per chiacchierare e giocare a pallone. Marco si è messo in mezzo, \”che cosa vuoi dal mio amico? Lasciaci in pace\”, è stato spinto e poi colpito con una lama di piccole dimensioni che lo ha quasi ucciso. Ora il salvadoregno, che dopo l’aggressione è tornato a casa, dai genitori (stupiti di vederlo lì, dato che avrebbe dovuto essere in comunità), per cambiarsi i vestiti, dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio ed è al Cpa di Torino. \”Ho sgridato mio figlio: niente vale due coltellate. Gli è andata bene\”, commenta il papà di Marco, ieri al suo fianco in ospedale. \”Non fate di lui un eroe è stato uno sconsiderato. Ha agito d’istinto, impulsivamente, senza pensare alle conseguenze. Nessuno prenda esempio da lui: occorre riflettere sempre. Da due giorni siamo tutti in apprensione. Però rispetto a martedì sera già vedo un miglioramento: parla, è meno sofferente. Si riprenderà e questo è l’importante\”.A trovarlo in ospedale, anche un’amica che di lui loda \”la generosità. Il fatto che sia sempre pronto a farsi in quattro per gli altri; il gesto compiuto al parco lo dimostra. Anche se come giustamente dice il papà non deve diventare un esempio. Dell’aggressione non abbiamo parlato: gli ho detto solo che, se dovesse capitare un altro fatto del genere in futuro, dovrà immediatamente chiamare le forze dell’ordine. Anzi, ne approfitto per ringraziare il commissariato Mecenate che si è subito attivato e anche i medici del Policlinico: sono stati tutti meravigliosi. Un plauso anche ai ragazzi che hanno subito collaborato con la polizia fornendo gli account social. Sono certa che Marco ce la farà: tornerà meglio di prima.




Un pensiero su ““Accoltellato da immigrati per aiutare il mio amico””

  1. 1) È ora che i ragazzini iniziano a frequentare corsi di autodifesa, prossimamente toccherà anche a casa mia,
    2) non sono bambini disagiati, ma delinquenti minorenni, che grazie ad un gruppo di minorati mentali, li mettono in comunità e non nei riformatori,
    3) i loro genitori stranieri cosa insegnano? Violenza? Non tutti sono così, ma perché hanno questo temperamento,? Oltre ai figli bisogna osservare anche i genitori, quando ci sono casi violenti e se necessario o galera od espulsione.,
    4) no ai vari ius soli,
    5) lady boldrini cosa ne pensa?

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