Immigrato la vede in strada e decide di stuprarla

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Un incontro casuale, in mezzo alla strada, vicino al centro di Belluno. «Ciao bella» dice lui. «Voglio sposarti». Lei si ritrae, tenta di scappare, ma viene afferrata al braccio e poi fatta sedere sopra le sue gambe. A quel punto: urla. Nessuno però la sente. Nessuno si ferma. È sola con il suo aggressore, nel silenzio dei passanti. L’amica – quella che stava aspettando – finalmente arriva. Riprende la scena con il telefonino e lui scappa. È quanto sarebbe accaduto a una 30enne di Belluno il 30 dicembre scorso. Un episodio sgradevole – nel caso in cui venisse confermato – anche se il pubblico ministero vi ha ravvisato soltanto il reato di “percosse” e il caso è finito davanti al giudice di pace. Sono le 19. La giovane si trova in via Feltre, a Belluno, e sta aspettando l’arrivo di una sua amica quando un uomo, originario del Mali e dipendente di un ristorante cinese della zona, si avvicina e comincia a parlarle. Lei fa finta di nulla, pensa sia un extracomunitario in cerca di soldi. Così, per essere lasciata in pace, tira fuori una banconota da 5 euro e gliela offre. Il malese però ha un lavoro, fa capire che non è lì per denaro: «Voglio sposarti» le confida poi prendendole la mano. Lei cerca di allontanarsi, lui stringe la presa.

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Rimangono così per qualche istante finché non arriva un’anziana, l’unica persona che – secondo la parte offesa- ha avuto il coraggio di avvicinarsi e dire: «Lascia in pace la ragazza». Non funziona. L’uomo la insulta e poi le sputa addosso. Alla 30enne non rimane altro che urlare e chiedere aiuto ma, come racconterà più tardi alle forze dell’ordine, «nessuno si è mosso».

Un uomo, dall’altra parte della strada, vede la scena e chiama la Mondialpol. Nel frattempo il malese trascina la ragazza fino a una panchina e la fa sedere sopra di sé. Poco dopo arriva la sua amica, tira fuori il telefonino e comincia a filmare. L’uomo scappa e l’incubo finisce del tutto con l’arrivo di una pattuglia della polizia di stato. Questa è la versione della parte offesa, assistita dall’avvocato Paolo Patelmo. Il caso sarà discusso oggi davanti al giudice di pace ma il legale della ragazza chiederà la rimessione degli atti al pubblico ministero perché – a suo parere – si configurerebbero altri reati molto più gravi (come ad esempio la violenza sessuale).