Torturata e seviziata da marocchini: poi la finiscono a martellate e se la ridono

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Una persona «massacrata e trucidata senza pietà», questo è stato il destino di Marcella Boraso, la cinquantanovenne picchiata, sfregiata in volto con un coltello e massacrata a martellate la sera del 21 luglio 2020, in un appartamento Ater di via Croce Rossa 98 a Portogruaro.

E per questo Mohammed Rabih, 22 anni, e Wail Boulaied, 23 anni, sono stati entrambi condannati all’ergastolo. La sentenza è stata letta alle 23 di ieri sera dopo una camera di consiglio durata quattro ore e mezza. La Corte d’assise, quindi, ha usato il pugno di ferro aggravando la richiesta totale della procura che aveva proposto la condanna all’ergastolo per Rabih e 30 anni per Boulaied. I due giovani marocchini – entrambi residenti a Portogruaro – sono stati condannati per l’accusa di concorso in omicidio della cinquantanovenne, aggravato dal fatto che la vittima è stata uccisa per commettere una rapina pluriaggravata. L’Ater di Pordenone aveva chiesto un risarcimento di 50.000 per il danneggiamento dell’appartamento in cui è avvenuto il massacro mentre la sorella della vittima ha optato per la quantificazione del danno da riservarsi alla sede civile e condanna alle spese processuali.

Secondo il pm i due imputati volevano rubare nella camera da letto di Marcella Boraso. Sotto l’effetto di alcolici e psicofarmaci, l’avrebbero spinta verso il bagno a calci e pugni, dopo che la donna li aveva scoperti. Boulaied la colpì con un coltello ferendole il naso, lei si sarebbe seduta sul bidet per tamponarsi la ferita e quel punto Rabih, secondo il racconto del complice, l’avrebbe sollevata di peso immobilizzandola e incitando il complice a colpirla con un martello che si trovava sulla lavatrice. Dall’appartamento se ne andarono con una collanina e alcuni medicinali. Per nascondere le tracce dell’omicidio accesero due fornelli del piano cottura gettando accanto carta e plastica, che si sciolse facendo poi cadere, per via del forte calore, la cappa.

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Omicidio di Portogruaro: ergastolo per entrambi gli imputati. La Corte d’Assise di Udine ha condannato al massimo della pena i due giovani marocchini, Wail Boulaied di 22 anni e Mohammed Rabih, di 23, accusati dell’omicidio di Marcella Boraso, uccisa nella sua casa di Portogruaro la notte tra il 21 e il 22 luglio 2020. Il verdetto è stato pronunciato dopo 4 ore di camera di consiglio, alle 23. Il presidente Paolo Alessio Vernì, il giudice a latere Paolo Milocco e i sei giudici popolari si erano ritirati per la decisione poco prima delle 19.

E’ stata dunque confermata dunque la richiesta del pm di Pordenone Carmelo Barbaro per Rabih, mentre la Corte è stata più severa per Boulaied, per il quale la pubblica accusa aveva chiesto 30 anni di carcere, nonostante abbia lui stesso confessato gli atti più efferati, per la collaborazione e il comportamento processuale. I giudici hanno ritenuto le aggravanti prevalenti sulle attenuanti generiche e hanno disposto che il risarcimento alla parte civile, rappresentata dall’avvocato Lorenzo Favero, sarà deciso in sede civile.

Quello avvenuto nel condominio di via della Croce Rossa a Portogruaro è stato un delitto particolarmente efferato: la donna fu prima seviziata con un coltello e poi uccisa in bagno a colpi di martello. Dopo l’omicidio, l’appartamento della donna, dal quale furono rubati alcuni oggetti, fu dato alle fiamme. A scoprire il corpo di Marcella Boraso furono i Vigili del Fuoco chiamati dai vicini di casa.

Il difensore di Boulaied, Igor Zornetta, aveva chiesto il minimo della pena. Per Rabih, che si è sempre detto estraneo all’uccisione, gli avvocati Gaetano Vinci e Igor Visentin avevano chiesto l’assoluzione e, in subordine, la derubricazione dell’omicidio in favoreggiamento personale.




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