Gang di immigrati massacra italiani: «Vi mangeremo vivi…»

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Ha contorni inquietanti la vicenda criminale verificatasi a Monticello Conte Otto e messa in luce dai carabinieri della Tenenza di Dueville, che con un’articolata attività di indagine, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Vicenza, hanno permesso di notifcare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 12 giovani per aver commesso in concorso vari reati: rapina a mano armata, lesioni personali aggravate, minaccia aggravata, porto abusivo di oggetti atti ad offendere, danneggiamento aggravato di proprietà privata.

Contorni inquietanti per il fatto che, in quella serata del 29 luglio 2020, quattro giovani, di cui tre minorenni, completamente estranei ai fatti, “colpevoli” solo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, mentre stavano semplicemente chiacchierando seduti su una panchina nel centro del loro paese, sono stati picchiati selvaggiamente e rapinati anche con l’utilizzo di un manganello estensibile e di bottiglie di vetro, tanto da dover ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso di Vicenza. E inquietanti anche perché, come riferiscono i carabinieri, la loro attività investigativa ha riscontrato non poche difficoltà, dovute anche alla ritrosia a parlare da parte dei testimoni proprio per la paura che i picchiatori avevano diffuso con il loro raid: non si esclude pertanto che possano essersi resi protagonisti di ulteriori episodi criminosi non ancora denunciati, in quanto i componenti della banda risultano tutti indiziati di svariati ulteriori gravi reati commessi nello stesso periodo in tutta la provincia di Vicenza per fatti non connessi, tra cui anche quanto accaduto nella notte di capodanno 2021 sull’Altopiano.

Picchiati perché sulla panchina
Tornando a quella sera d’estate, i ragazzi pestati e terrorizzati, per provare a sottrarsi alla furia degli aggressori si erano messi addirittura a suonare all’impazzata i campanelli delle abitazioni vicine, scongiurando chi rispondeva di farli entrare per dar loro riparo. «L’intento della gang – scrive la Tenenza di Dueville – era anche quello di ingenerare paura per far vedere che erano loro “i padroni” e che nessuno doveva permettersi di mancar loro di rispetto». Uno scenario di omertà e di paura che scimmiotta quelli di criminialità organizzata.

La spedizione punitiva
I gravi fatti del luglio 2020 si verificarono a Cavazzale. Un gruppo composto da una quindicina di giovani provenienti da altre zone della provincia vicentina a bordo di tre automobili piombano in paese per compiere una vera e propria spedizione punitiva maturata a seguito di una partita di droga non pagata e per uno “sgarro” da vendicare, in quanto il fratello del capo banda era stato malmenato nei giorni precedenti. Le indagini hanno permesso di appurare che la banda era alla ricerca di quelli che venivano considerati i responsabili di questa “lesa maestà”, ovvero due pregiudicati residenti nella frazione del comune monticellese. Il gruppo non era però a conoscenza dell’esatta ubicazione delle abitazioni dei due “ricercati” e la banda ha così cominciato ad aggredire, picchiare e rapinare, indistintamente, chiunque si trovasse sulla loro strada, nell’intento di farsi dare l’indirizzo.

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Non contenti, i picchiatori dopo il 29 luglio si sono ripresentati anche il giorno successivo, probabilmente portando con loro anche una pistola scacciacani al fine di intimorire ulteriormente chiunque si fosse frapposto e, dopo essere riusciti ad individuare l’abitazione di uno di quelli contro cui volevano scatenare la loro vendetta hanno tentato di abbatterne il cancello e, solo a seguito dell’intervento dei carabinieri allertati dai vicini, si sono allontanati facendo perdere le loro tracce. «…Non sai chi siamo, non ci facciamo problemi, se non mi dici dov’è ti ammazzo…»; «…Sei finito e lo sai…non è finita , è appena iniziata…»; «…Ti scoppio appena ti becco…»; «Ti farò del male e poi ti mangerò vivo…», questo il linguaggio utilizzato dalla banda nei confronti delle persone aggredite.

I dodici indagati hanno tra i 22 e i 27 anni, ma c’è anche uno che all’epoca dei fatti era minorenne. Uno dei dodici, identificato dai carabinieri, è ancora ricercato e potrebbe trovarsi all’estero: su di lui pende un’ordinanza cautelare emessa dal Gip. Quattro sono nati in provincia di Vicenza, uno a Palermo, tre in Romania, uno in Senegal, uno in Marocco. Un altro era stato individuato tra i responsabili ma è morto pochi mesi fa in un incidente stradale.

Dalla vicenda sono scaturite ben due interrogazioni in consiglio comunale di Monticello Conte Otto dal momento che l’accaduto aveva ovviamente scosso la comunità locale, generando un forte senso di insicurezza, proprio in relazione al fatto che la violenza era stata cieca e indistinta e avrebbe potuto colpire chiunque si fosse trovato a passare di lì in quel momento. In oltre 300 pagine i carabinieri della Tenenza di Dueville hanno raccolto una ingente quantità di materiale probatorio messo a disposizione dell’autorità giudiziaria vicentina che ha convalidato l’operato dei militari dell’Arma.

Uno dei leader del gruppo, L.G., dopo un periodo trascorso nella casa circondariale di Vicenza si trova da quasi un anno in stato di arresto nella sua abitazione insieme al fratello che quel giorno di fine luglio 2020 era ricoverato a seguito dell’aggressione da cui era appunto poi scaturito il raid ritorsivo. Nell’occasione i due fratelli insieme ad altri degli indagati misero a soqquadro un noto hotel di Roana, ove tra l’altro picchiarono alcuni clienti dell’hotel, tra cui un padre di famiglia che stava lì trascorrendo una vacanza insieme alla moglie e alla bimba piccola e si ritrovò con il setto nasale fratturato per le botte ricevute. In più vennero aggrediti anche gli equipaggi delle pattuglie di carabinieri intervenuti. I carabinieri stanno scavando sull’attività dei malviventi e invitano i cittadini a riferire fatti o notizie che possano riguardare altre azioni criminose.

Il problema ora è che nascono anche in Italia. E che a 18 anni diventano ‘italiani’ già con l’attuale legge sulla Cittadinanza.




3 pensieri su “Gang di immigrati massacra italiani: «Vi mangeremo vivi…»”

  1. Questi vanno eliminati fisicamente in modo discreto e portati in un inceneritore RSU.Da li non ne escono nemmeno le ossa.Solo cenere.

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