Salvini, da ministro, aveva abbassato la tariffa giornaliera da 35 fino a 20 euro per richiedente asilo. Aveva chiuso migliaia di centri di accoglienza, compresi quelli di Cona e Mineo. E chiuso i porti al 99 per cento dei clandestini. In questo modo il risparmio per i contribuenti, oltre quello sociale, era stato di miliardi di euro.
Ma i pescecani dell’accoglienza sono tornati. E già nel 2020 l’esborso dello Stato era salito a 27 euro a immigrato. Per poi tornare dal 2021 a 35 euro. E parliamo solo degli adulti.
Ogni straniero accolto ci è costato lo scorso anno circa 1.000 euro al mese, molto più dei 600 euro scarsi che vanno ai nostri pensionati al minimo.
Per l’accoglienza pura e semplice, escludendo quindi spese per forze dell’ordine, Protezione Civile e ospedali, lo Stato ha sborsato nel 2020 circa un miliardo l’anno, se contiamo 10 strutture di prima accoglienza e 4963 Cas (centri di accoglienza straordinaria) con una complessiva presenza di 62.613 mila persone. Alle quali si aggiungevano 22.299 rifugiati e minori non accompagnati accolti nel sistema Siproimi. In totale, dunque, sono 84mila i clandestini mantenuti nel 2020 anno in Italia.
Nel 2021 i numeri sono rimasti simili, con i clandestini uscenti dall’accoglienza e mollati a spacciare nelle città subito sostituiti dai nuovi 35mila sbarcati.
Un esercito che, inclusi gli ultimi sbarchi di tunisini e altri è arrivato quest’anno a superare le centomila unita. Che mantenete voi.
Se lo scorso anno e l’anno precedente abbiamo speso oltre 1 miliardo di euro, quest’anno, con gli sbarchi già record rischiamo di spendere molto di più. Stiamo già spendendo molto di più.
E non sono inclusi gli ucraini.