“Fateci sbarcare, la situazione è insostenibile”. Non è più una richiesta, ma un ORDINE quello che arriva dai trafficanti umanitari di Geo Barents e Ocean Viking, da una settimana in missione nel Mediterraneo a raccattare clandestini da scaricare poi in Italia. Entrambe hanno inviato almeno sette o otto richieste di autorizzazione allo sbarco per i 396 invasori prelevati su appuntamento in Libia.
In 295 sono a bordo della Ocean Viking, altri 101 attendono sulla Geo Barents.
“Questa prolungata attesa è un’ingiustificabile punizione per persone che vogliono solo essere certe di essere al sicuro, come chiunque nel mondo scappi da guerre, violenza e povertà estrema. Il loro diritto a sbarcare in un porto sicuro deve essere rispettato. Adesso” minaccia tal Julie Melichar di Msf. Nel pomeriggio, sembrava che per la nave ong l’attesa fosse finita. Nella lista di imbarcazioni attese nel porto di Augusta figurava anche Geo Barents, “ma a non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale” dicono dallo staff italiano della ong. E a bordo crescono rabbia e frustrazione: hanno pagato per sbarcare in Italia, e sono insoddisfatti dell’attesa imprevista.
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E non meno minaccioso è l’ultimatum che arriva da Sos Mediterranée. “Dopo sette giorni, quattro soccorsi e 295 naufraghi recuperati, la Ocean Viking si trova ancora in attesa di porto sicuro. Questa – starnazza tale Alessandro Porro, presidente della sezione italiana della ong – è un’emergenza umanitaria, abbiamo a bordo donne, bambini, centotrenta minori non accompagnati. Alcuni di loro sono fortemente traumatizzati perché hanno visto morire amici e parenti”. Solite minchiate.
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