«L’aggressore già fuori di galera? E’ una cosa che faccio fatica ad accettare». Giacomo Colladon, presidente della Mom, non ci sta. Il suo suo è uno sfogo amaro il giorno dopo la “liberazione” dell’immigrato 21enne che, martedì 19 aprile, si è reso responsabile dell’accoltellamento di un autista dell’azienda di trasporti trevigiana, la cui unica colpa è stata quella di chiedere il biglietto.
All’immigrato, che ha numerosi precedenti, è stata data la misura cautelare dell’obbligo di firma giornaliero. Indagato per lesioni personali aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di oggetti atti ad offendere, verrà giudicato il prossimo 24 ottobre probabilmente con un rito alternativo. Fate con calma.
«Non discuto le decisioni del giudice – ha detto Colladon – che evidentemente ha stabilito così sulla base delle norme fissate dallo Stato. Ma quelle leggi sono sbagliate: dare l’obbligo di firma e restituire alla libertà un simile personaggio è un oltraggio a tutti quelli che ogni mattina salgono su un autobus ed effettuano un servizio pubblico. Francamente trovo l’esito avvilente per tutti noi, una persona del genere andava chiusa a chiave in carcere».
Meglio: rimandato a casa.
L’autista, che resterà fermo in convalescenza fino al 25 aprile, ha chiesto di tornare subito al lavoro. «E’ naturale che sia così – ha ribadito il presidente di Mom – è il suo modo di portare a casa il reddito che serve al mantenimento della famiglia. Nei prossimi giorni valutaremo con lui se confermarlo sulla stessa linea o trasferirlo: ma la scelta sarà presa solo a sua garanzia, non trovo giusto il fatto che se uno ha aggredito un nostro operatore ed è libero allora dobbiamo immediatamente cambiare di turno l’autista».
L’uomo protagonista della vicenda era stato al centro di un altro caso, nel novembre del 2015: aveva fatto scendere un altro giovane, sempre privo di biglietto, e venne malmenato da un trentina di complici.
impiccare i “magistrati”