I buonisti cacciano gli ucraini da casa: “Dove sono i 300 euro promessi”, rivolta

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La promessa dei 300 euro a botta per ogni ucraino ospitato ha bisogno di tempo. E i ‘buoni’ si stanno stufando. Avevano già odorato un ottimo business, e ora protestano.

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Da parte dello Stato, infatti, i patti erano chiari: in caso si fosse aperta la porta della propria abitazione a persone che scappavano dalla guerra, il Governo avrebbe dato 300 euro per ucraino ospitato. Soldi che ovviamente sarebbero dovuti essere moltiplicati per persone ospitate: nel caso in cui si fosse deciso di ospitare 3 profughi ucraini, la somma sarebbe salita quasi a 1000 euro al mese. Insomma, cifre importanti che avrebbero permesso di acquistare cibo, vestiario e altri beni di prima necessità per le persone in fuga dalla propria Nazione.

Capite che in molti avevano pensato di mettere su una sorta di B&B per ucraini.

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Come spiega il Gazzettino, al momento però non è così. I sostegni e i finanziamenti sono stati dirottati verso la branca pubblica, dunque Prefettura e Centri di Accoglienza straordinaria. Nessun soldo arrivato infatti per i privati. Ecco dunque che le famiglie che hanno accolto i profughi si trovano ora in una situazione difficile: i conti non tornano più, con i privati costretti ad acquistare di tasca propria i beni per le persone ospitate.

Sindaci, cittadini e prefetti hanno cominciato un’azione di protesta, cercando di pressare il Governo ad elargire i fondi promessi. In particolare è caos in Friuli, la prima regione ad ospitare i profughi ucraini vista la vicinanza al confine sloveno e austriaco. Il sindaco di Pordenone ha spiegato: “Ogni giorno riceviamo le richieste dei cittadini che hanno deciso di ospitare privatamente profughi ucraini. Ci chiedono un aiuto economico per sostenere i costi quotidiani. Ma il Comune di altri soldi in questo momento non ne ha”.

“Le famiglie che non riescono più a mantenere i profughi accolti in casa si stanno rivolgendo sempre più frequentemente alle rete pubblica dell’accoglienza. Che sta andando in sofferenza” ha spiegato il Prefetto di Udine, Massimo Marchesiello. In tutta la provincia di Udine, spiega il Gazzettino, ci sono solo 41 posti liberi nell’assistenza pubblica. E intanto all’orizzonte non si vedono i 300 euro promessi alle famiglie per l’ospitalità dei profughi. “Le azioni le abbiamo compiute volentieri – spiega una persone che ha scelto di ospitare una famiglia ucraina – ma ora iniziano a pesare sulle nostre tasche. Ci aspettavamo un aiuto diverso”.

Perché dovrebbero pagare i cittadini per la vostra smania di accoglienza? Chi vuole accogliere lo faccia gratis. Altrimenti è business.




5 pensieri su “I buonisti cacciano gli ucraini da casa: “Dove sono i 300 euro promessi”, rivolta”

  1. Ah non si ricordano più la parabola del buon samaritano, o come direbbe qualche mio compaesano:” comodo fare i bxxxxi con il cxxo degli altri!”.

  2. Luridi parassiti italioti, accoglienza un cazzo, vogliono vivere a babbo facendo stallaggio.
    L’italia ha una concentrazione di figli di puttana senza paragoni!!!Bigotti, ladri, falsi, parassiti…il top della merda!!!

I commenti sono chiusi.